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Economia circolare in Italia: siamo davvero sulla strada giusta?

L'Italia ha compiuto progressi verso un'economia circolare, ma un'analisi approfondita rivela che molti obiettivi sono ancora in fase di elaborazione o devono essere implementati. Ecco cosa serve sapere.
  • 65 su 104 target della Strategia Nazionale sono completati.
  • Entro il 2026 schemi di decreto EPR per tessile e plastica.
  • Nuovi CAM per ICT, trasporti, edilizia, tessile entro il 2027.

L’Italia si trova in una fase cruciale della transizione verso un’economia circolare, un modello economico che mira a ridurre al minimo gli sprechi e a massimizzare l’utilizzo delle risorse. Nonostante i progressi compiuti, permangono sfide significative che richiedono un impegno maggiore e riforme più incisive. La Strategia Nazionale per l’Economia Circolare, un documento programmatico che delinea le azioni, gli obiettivi e le misure per assicurare una transizione efficace, mostra un quadro a luci e ombre.

Stato di Attuazione della Strategia Nazionale

Secondo l’aggiornamento pubblicato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dei 104 target contenuti nel piano, 65 risultano completati, 24 sono in corso di attuazione e 15 devono ancora essere avviati entro le scadenze previste. Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela che molti dei target “completati” consistono nella pubblicazione di decreti, nella definizione di criteri e linee guida e nell’istituzione di osservatori e piattaforme. Pur essendo misure necessarie, non sono sufficienti a garantire una transizione concreta verso l’economia circolare.

La data ultima di attuazione, fissata al 2035, desta preoccupazione. L’Italia non può permettersi di attendere un altro decennio per completare la transizione. È fondamentale accelerare il processo e concentrarsi sulle riforme strutturali più importanti.

Riuso, Riparazione e Responsabilità Estesa del Produttore

Uno degli obiettivi principali della Strategia è incentivare il riuso e la riparazione dei prodotti, riducendo i consumi e gli sprechi di materiali. Tra i target raggiunti figurano la definizione di condizioni semplificate per la preparazione al riutilizzo e l’istituzione di un tavolo di lavoro sull’ecodesign. Tuttavia, per incoraggiare i cittadini a comportamenti virtuosi, sono necessari incentivi economici e la creazione di centri specializzati sul territorio. *Nel corso del 2024, sono state attivate agevolazioni per l’apertura di nuovi centri di recupero, mentre si stanno predisponendo misure di sostegno per i consumatori e finanziamenti destinati alla realizzazione di strutture pubbliche per il riutilizzo e la riparazione.

La responsabilità estesa del produttore (EPR) è uno strumento fondamentale per la transizione verso un’economia circolare. L’EPR obbliga i produttori a farsi carico della gestione dei prodotti a fine vita. La strategia delinea regolamenti per settori emergenti, come quello tessile e delle plastiche diverse dagli imballaggi, una revisione del sistema dei consorzi e la creazione di un’autorità di controllo. Nel 2024 è stato istituito il Registro nazionale dei produttori e degli importatori di pneumatici, mentre entro il 2026 dovranno essere definiti gli schemi di decreto per l’istituzione di EPR per le filiere strategiche del tessile e della plastica.

Aggiornamento Normativo e Misure per Suolo e Acqua

Un altro aspetto cruciale della Strategia è l’aggiornamento della normativa sui rifiuti e dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) negli appalti pubblici verdi. Si sono ottenuti alcuni risultati formali, come l’approvazione del Piano d’Azione Nazionale per gli Acquisti Verdi (PAN GPP) e l’adeguamento di normative esistenti. Ciononostante, una grande quantità di traguardi prefissati sono tuttora in fase di elaborazione o devono essere completamente implementati. Sul fronte CAM, erano previsti nuovi criteri per settori strategici come ICT, trasporto pubblico locale, edilizia, tessile e arredo urbano, ma le scadenze si spingono fino al 2027.

In merito alla cessazione della qualifica di rifiuto (end of waste), ossia alla definizione normativa delle circostanze in cui uno scarto può perdere tale classificazione per essere riutilizzato come materia prima, gli obiettivi sono ancora in gran parte incompiuti. Entro il 2026 dovrebbero essere approvati nuovi decreti per terre di spazzamento, plastiche miste, tessile, pile/accumulatori, membrane bituminose, legno e gesso.

In una nazione sempre più segnata dalla carenza idrica e dagli impatti dei mutamenti climatici, le iniziative relative all’uso del territorio e alla gestione delle risorse idriche rivestono un ruolo prioritario. Sono state adottate misure per il contrasto al consumo di suolo e per la semplificazione delle procedure nei siti contaminati. Sul fronte idrico, è stata avviata una campagna di informazione sul risparmio idrico e sono state proposte norme per l’incremento delle sanzioni per i prelievi abusivi di acqua e per la semplificazione delle autorizzazioni per la realizzazione di impianti di dissalazione delle acque.

Verso un Futuro Sostenibile: Riflessioni e Prospettive

La transizione verso un’economia circolare rappresenta una sfida complessa ma necessaria per garantire un futuro sostenibile. L’Italia ha compiuto alcuni progressi, ma è fondamentale accelerare il processo e concentrarsi sulle riforme strutturali più importanti. La Strategia Nazionale per l’Economia Circolare deve essere attuata in modo efficace e tempestivo, coinvolgendo tutti gli attori interessati, dalle istituzioni alle imprese, dai consumatori ai cittadini. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile trasformare l’economia italiana in un modello circolare, efficiente e sostenibile.

Amici, parliamoci chiaro: l’economia circolare non è solo una questione di riciclo. È un cambio di mentalità, un modo diverso di concepire i prodotti e il loro ciclo di vita. Una nozione base di difesa del consumatore in questo contesto è la consapevolezza. Essere consapevoli dell’impatto ambientale dei nostri acquisti è il primo passo per fare scelte più sostenibili.

E se volessimo fare un passo in più? Una nozione avanzata potrebbe essere quella di valutare la durabilità e la riparabilità dei prodotti*. Prima di acquistare qualcosa, chiediamoci se è fatto per durare, se è facile da riparare e se i pezzi di ricambio sono disponibili. In questo modo, possiamo contribuire a ridurre gli sprechi e a promuovere un’economia più circolare.

Riflettiamoci un attimo: quante volte abbiamo buttato via un oggetto perfettamente funzionante solo perché era “fuori moda” o perché la riparazione costava troppo? Forse è il momento di cambiare prospettiva e di dare valore alla durabilità e alla riparabilità. Il nostro pianeta (e il nostro portafoglio) ci ringrazieranno.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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