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Plastica: Gli Usa frenano l’accordo globale, cosa fare?

Scopri perché gli Stati Uniti stanno indebolendo gli sforzi per limitare l'inquinamento da plastica e come l'Europa sta reagendo con nuove strategie per l'economia circolare.
  • Usa contro limiti alla produzione di plastica: comunicazione del 25 luglio.
  • Lobby superano le delegazioni Ue: ben 27 stati membri.
  • Ue punta su economia circolare e resilienza idrica.

Gli Stati Uniti, secondo produttore mondiale di materie plastiche dopo la Cina, sembrano intenzionati a depotenziare gli sforzi per un’intesa volta a limitare la creazione e l’utilizzo di composti chimici pericolosi. Questa linea di condotta, che ricorda le strategie dell’amministrazione Trump, pone interrogativi sulla priorità data agli interessi economici industriali rispetto alla protezione del nostro pianeta e delle future generazioni.
L’amministrazione Trump, conosciuta per il suo approccio “prima l’America” e la sua contrarietà al multilateralismo, aveva già palesato la sua posizione in materia ecologica con azioni quali il ripristino delle cannucce in plastica per gli acquisti governativi. Ora, una comunicazione datata 25 luglio, resa pubblica da Reuters, indica che gli Stati Uniti non supporteranno un accordo che imponga vincoli onerosi ai produttori di plastica.
La delegazione statunitense si oppone a un’intesa che affronti l’inquinamento da plastica alla base, imponendo limiti alla produzione e all’impiego di sostanze chimiche pericolose, benché il mandato dell’UNEA (United Nations Environment Assembly) richieda un approccio globale che consideri l’intero ciclo vitale della plastica.

Lobby e interessi in gioco

L’influenza delle lobby industriali è un elemento chiave nelle trattative sul trattato sulla plastica. Il numero di lobbisti accreditati è in continuo aumento, sorpassando addirittura le delegazioni diplomatiche di interi Stati. A Ginevra, le rappresentanze degli interessi dell’industria chimica e dei combustibili fossili superano numericamente le delegazioni complessive dei ventisette Stati membri dell’Unione Europea.

Il Center for International Environmental Law (CIEL) ha segnalato atti di intimidazione, intrusioni nei confronti di scienziati indipendenti e pressioni esercitate sulle delegazioni nazionali affinché rimpiazzassero gli esperti tecnici con figure inclini all’industria. Questa situazione desta preoccupazioni sulla possibilità che l’accordo finale protegga le convenienze delle imprese, piuttosto che il bene del pianeta e dei cittadini.

Cosa ne pensi?
  • Finalmente qualcuno che mette il dito nella piaga! 👍 È ora di......
  • Che delusione! 😡 Ancora una volta gli interessi economici......
  • E se invece guardassimo la plastica come una risorsa...? 🤔 Potremmo......

La strategia europea per la resilienza idrica e l’economia circolare

In questo scenario complesso, l’Unione Europea si dedica a promuovere la solidità del sistema idrico e l’economia circolare. La Commissione Europea ha introdotto una strategia per la resilienza idrica, che include interventi in cinque settori: gestione e applicazione; finanziamenti in strutture infrastrutturali sia del settore pubblico che da parte di investitori privati; un’accelerazione del passaggio al digitale e all’intelligenza artificiale; l’incentivo alla ricerca e allo sviluppo; la sicurezza.

Inoltre, è in corso una consultazione pubblica sul Circular Economy Act, il primo passo verso una legge-quadro europea sull’economia circolare. Questi sforzi dimostrano l’impegno dell’UE a chiudere le filiere e promuovere un modello economico più sostenibile.

Un futuro incerto: tra interessi economici e tutela ambientale

Il percorso verso un trattato globale sulla plastica è disseminato di ostacoli. Gli interessi economici coinvolti sono ingenti e le pressioni delle lobby industriali sono consistenti. La posizione degli Stati Uniti, così come l’incertezza di alcuni Paesi, rischia di compromettere l’efficacia dell’accordo.

Nonostante ciò, l’impegno dell’Unione Europea e la crescente consapevolezza dei cittadini sull’importanza della tutela ambientale offrono una speranza per un futuro più sostenibile. Sarà fondamentale che i governi, le imprese e i consumatori collaborino per ridurre l’inquinamento da plastica e promuovere un’economia circolare.

Verso un Consumo Consapevole: Oltre la Superficie della Plastica

Amici, riflettiamo un attimo: dietro ogni rifiuto di plastica che vediamo, c’è una storia di produzione, consumo e smaltimento. Una nozione base di difesa del consumatore ci insegna che abbiamo il potere di influenzare questa storia. Scegliere prodotti con meno imballaggio, preferire materiali riciclabili e supportare aziende che investono in pratiche sostenibili sono piccoli gesti che sommati possono fare la differenza.

Ma andiamo oltre. Una nozione avanzata ci invita a considerare l’ impatto sistemico delle nostre scelte. La plastica non è solo un problema di rifiuti, ma una questione di giustizia ambientale, salute pubblica e sfruttamento delle risorse. Informiamoci sulle filiere produttive, sosteniamo iniziative che promuovono l’economia circolare e facciamoci sentire con i governi e le aziende per chiedere politiche più ambiziose.

Ricordiamoci che ogni nostra decisione di acquisto è un voto. Votiamo per un futuro in cui la plastica non sia più una minaccia per il nostro pianeta.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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