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Made in Italy: come scegliere i veri prodotti di qualità nel 2025

L'Osservatorio Immagino rivela che il richiamo all'italianità non basta più: scopri come orientarti tra bandiere, claim e indicazioni geografiche per un acquisto consapevole.
  • Prodotti con bandiera italiana crescono del +2,5% a valore.
  • Prodotti "regionali" aumentano del +12,3% a valore.
  • Trentino-Alto Adige: 396 milioni di euro di incassi.

Nel panorama del consumo alimentare italiano, si assiste a un fenomeno interessante: il richiamo all’italianità nei prodotti sembra non essere più una garanzia di successo automatico. Secondo la diciassettesima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che ha analizzato le abitudini di consumo degli italiani per l’intero anno 2024, i prodotti alimentari che esibiscono il tricolore, il claim “made in Italy”, l’indicazione della regione di provenienza o la certificazione IGP, pur rappresentando la categoria più presente negli ipermercati e supermercati e generando i maggiori introiti per i rivenditori, hanno mostrato una performance statica. Le vendite, infatti, sono cresciute leggermente a valore, ma sono diminuite in volume. Questo dato solleva interrogativi importanti sulle dinamiche del mercato e sulle preferenze dei consumatori.

*La selezione di prodotti italiani esaminata dall’Osservatorio Immagino mantiene la sua posizione preminente nell’ambito della spesa totale, con un valore di 27. Un totale di 978 referenze ha registrato nel 2024 ricavi superiori a 11,6 miliardi di euro. Nonostante questi indici positivi, si è osservata una crescita delle vendite pari a una percentuale ancora non chiara. La stabilità dei livelli tanto nella domanda quanto nell’offerta risulta essere un aspetto determinante per questo scenario. Persino l’intensificazione delle attività promozionali, che è salita di un valore non specificato, ha un impatto notevole.

I risultati odierni evidenziano dunque che per il settore è stata difficoltosa la via verso una rinascita vera e propria.

Il Peso degli Indicatori di Italianità: Bandiere, Claim e Indicazioni Geografiche

L’Osservatorio Immagino ha identificato diversi indicatori di italianità, analizzandone l’impatto sulle vendite. La bandiera nazionale, presente su 16.461 prodotti, si conferma l’indicatore più diffuso, con una crescita sia a valore (+2,5%) che a volume (+0,2%). Al contrario, i prodotti con il claim “100% italiano”, pur rappresentando oltre 9.000 referenze, hanno mostrato una stabilità nel giro d’affari (+0,2%) a fronte di un calo dei volumi venduti (-1,5%). Ancora più negativi i risultati per i 5.717 prodotti contrassegnati dall’indicazione “prodotto in Italia”, che hanno subito una perdita del -1,8% a valore e del -3,6% a volume.

Anche le indicazioni geografiche europee, che dovrebbero valorizzare le eccellenze agroalimentari italiane, hanno mostrato risultati contrastanti. Nel paniere dei prodotti DOP, DOC e DOCG, composto da 4.

Nell’ambito delle vendite alimentari si evidenziano ben 888 referenze, il cui fatturato si attesta intorno a un imponente 1,6 miliardi di euro. Focalizzandosi sulle sole categorie DOP, queste ultime hanno mostrato una crescita sia in termini economici (+5,8%) sia quantitativi (+2,7%) raggiungendo quasi 803 milioni di euro. Tali statistiche sembrano indicare una crescente sensibilità da parte dei consumatori nei confronti della certificazione dell’origine protetta. Ciò garantisce non solo la qualità del prodotto ma anche la sua autenticità.

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Il Ruolo delle Regioni e delle Tradizioni Locali

L’Osservatorio Immagino ha evidenziato anche l’importanza delle regioni come “marchio di garanzia” dell’autenticità dei prodotti alimentari. I prodotti che riportano il claim generico “regione/regionale”, pur rappresentando solo 165 referenze, hanno registrato una crescita significativa delle vendite, con un +9,0% a volume e un +12,3% a valore, per un giro d’affari complessivo di 55 milioni di euro. Tuttavia, il ruolo più significativo è svolto dai prodotti che evidenziano l’appartenenza a una specifica regione italiana.

Nella classifica delle regioni con la maggiore presenza e il più alto giro d’affari nei supermercati e ipermercati, il Trentino-Alto Adige si conferma al primo posto, con oltre 396 milioni di euro di incassi generati da 1.028 referenze, nonostante un andamento annuale caratterizzato da un calo dello 0,8% in termini di valore e dell’1,7% in termini di volume.* Seguono la Sicilia e il Piemonte. In mezzo ad altre realtà regionali emergono distintamente la Sardegna—con incrementi rispettivamente del 4,2% in termini monetari e un impressionante 6,8% relativamente al volume—e la Puglia, che registra performance superiori con un significativo aumento del valore pari al +13% e una crescita volumetrica del +5%. Tali cifre indicano chiaramente l’interesse crescente dei consumatori nei confronti dei beni profondamente ancorati al loro contesto territoriale e alle consuetudini locali.
Inoltre, per la prima volta nella sua storia, l’Osservatorio Immagino ha analizzato anche le diciture attinenti alle tradizioni associabili ai centri provinciali quali Bologna, Genova, Napoli e Roma. I risultati ottenuti si rivelano insolitamente illuminanti: ben 1.563 articoli presentano in etichetta menzione specifica riguardo a una città; tali referenze hanno prodotto nel 2024 casi vicini ai fatidici 579 milioni di euro , segnalando così non solo il significato cruciale della connessione tra alimentazione e identità culturale ma altresì evidenziando come gli acquirenti mostrino una propensione sempre maggiore verso prodotti aventi narrazioni proprie – vera espressione dell’inestimabile patrimonio gastronomico nazionale.

Riflessioni sul Futuro del Made in Italy Alimentare

L’analisi condotta dall’Osservatorio Immagino di GS1 Italy solleva questioni cruciali sul percorso futuro dell’industria alimentare italiana. Da una parte emerge chiaramente come il differenziale brand Italia, insieme alle certificazioni d’origine controllata, rappresenti un elemento distintivo essenziale agli occhi dei consumatori. D’altra parte, si fa evidente la necessità imperativa di ridefinire le proprie politiche relative a marketing e comunicazione; ciò è fondamentale se si intende mettere in risalto efficacemente le unicità dei prodotti territoriali oltre a rispondere adeguatamente ai crescenti bisogni dei fruitori sempre più focalizzati su aspetti quali qualità, autenticità ed eco-sostenibilità.

In questo scenario competitivo globalmente intensificato, l’‘eccellenza gastronomica italiana’ deve mostrare capacità innovative senza precedenti affinché rimanga salda come guida riconosciuta dai palati mondiali. La promozione della cultura locale associata con innovazioni tecnologiche rispettose dell’ambiente costituisce ostacoli futuri che questa rilevante area del comparto agroalimentare nostrano deve affrontare con una tenacia resiliente.

Consumatori Consapevoli: Un’Opportunità per il Made in Italy

Amici, riflettiamo un attimo. Questi dati ci dicono che l’etichetta “Made in Italy” non basta più a riempire i nostri carrelli. Dobbiamo diventare consumatori più consapevoli, capaci di leggere tra le righe e di capire cosa c’è davvero dietro un prodotto. Una nozione base di difesa del consumatore ci insegna che l’etichetta è uno strumento fondamentale, ma non l’unico. Informiamoci sulla provenienza degli ingredienti, sui metodi di produzione e sulle certificazioni di qualità. Solo così potremo fare scelte consapevoli e sostenere le aziende che valorizzano il nostro territorio e le nostre tradizioni.

E ora, una nozione più avanzata: il concetto di “tracciabilità”. Sapete cos’è? È la possibilità di ricostruire la storia di un prodotto, dalla sua origine alla sua distribuzione. Grazie alla tracciabilità, possiamo verificare se un prodotto “Made in Italy” è davvero italiano al 100% o se nasconde ingredienti provenienti da altri paesi.

Sollecitiamo le imprese a dimostrare trasparenza, fornendoci ogni informazione utile affinché possiamo compiere decisioni informate. Dobbiamo tenere a mente che il nostro potere da consumatori è considerevole: abbiamo la capacità di plasmare il mercato ed elogiare quelle realtà aziendali che si allineano con i nostri principi etici.

Dunque, nella nostra prossima visita al supermercato, fermiamoci un istante per considerare quale sia realmente il contenuto desiderato del nostro carrello. Stiamo cercando un articolo insignificante e privo di identità oppure ci indirizziamo verso una prelibatezza locale, derivante dall’impegno e dall’entusiasmo dei numerosi produttori italiani? La decisione spetta solo a noi.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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