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- Aumento dei rifiuti, calo qualità: settore tessile in forte crisi.
- MASE convoca filiera per ricontrattare gli accordi esistenti.
- Confindustria propone di accelerare l'implementazione del sistema EPR.
- Stanziati 15 milioni di euro per promuovere investimenti e ricerca.
- Il ministero ha stanziato 10 milioni di euro a fondo perduto.
Un Settore sull’Orlo del Precipizio
Il settore della raccolta e gestione dei rifiuti tessili urbani sta affrontando una crisi senza precedenti, con ripercussioni potenzialmente devastanti per l’intera filiera dell’economia circolare. L’aumento esponenziale dei volumi di rifiuti, la diminuzione della loro qualità a causa del fast fashion e la saturazione dei mercati dell’usato hanno messo in ginocchio gli operatori, minacciando la sopravvivenza di imprese e cooperative. Questa situazione critica, che si estende a livello europeo, richiede interventi urgenti per evitare il collasso di un settore fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e riciclo fissati dall’Unione Europea.
La gravità della situazione ha spinto il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) a convocare un incontro di approfondimento con i principali attori della filiera, tra cui ANCI, Assombiente, UNIRAU-ARIU, Utilitalia, Confindustria, Cisambiente, Confocooperative, RETESSILE e Corertex. Durante l’incontro, tenutosi l’11 settembre 2025, è emersa la necessità di individuare soluzioni immediate per sostenere gli operatori in difficoltà e garantire la continuità del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti tessili. Le proposte avanzate si ispirano alle iniziative promosse dalle associazioni europee FEAD e EuRIC Textiles, ma con un’attenzione particolare alle misure che possono fornire un sollievo immediato alle imprese e alle cooperative.
Le Proposte sul Tavolo: Ricontrattazione, Fondi e Accelerazione dell’EPR
Tra le soluzioni più immediate, spicca la richiesta di un sollecito ufficiale alle stazioni appaltanti affinché prendano in considerazione la ricontrattazione degli accordi esistenti per la raccolta e gestione dei rifiuti tessili urbani. Molti contratti, infatti, prevedono condizioni economiche che non sono più sostenibili a causa dell’aumento dei costi di raccolta e della diminuzione dei ricavi derivanti dalla vendita dei materiali usati. La ricontrattazione potrebbe consentire di rivedere i termini degli accordi, prevedendo ad esempio un riconoscimento economico per il servizio di raccolta, anziché il pagamento di royalties da parte degli operatori.
Un’altra proposta sul tavolo è quella di uno stanziamento di fondi nella prossima legge di bilancio, destinato a sostenere la filiera dei rifiuti tessili. Questo intervento, seppur auspicabile, richiede tempi più lunghi e solleva interrogativi sulla sua concreta fattibilità, data la riluttanza dei Comuni ad aumentare la tassa sui rifiuti. Nel caso in cui i fondi venissero stanziati, sarà fondamentale definire criteri di accesso trasparenti e tracciabili, per evitare distorsioni del mercato e garantire che le risorse siano destinate agli operatori che rispettano le normative e offrono garanzie di qualità.
Un’ulteriore opzione, promossa da Confindustria moda, è quella di accelerare l’implementazione del sistema di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per i rifiuti tessili. L’EPR prevede che i produttori di abbigliamento e accessori si facciano carico dei costi di gestione del fine vita dei loro prodotti, finanziando la raccolta differenziata, il riciclo e il riuso. L’introduzione anticipata dell’EPR potrebbe fornire un flusso di risorse immediato agli operatori in difficoltà, ma questa proposta non sembra aver raccolto un consenso unanime, e il MASE ha confermato l’iter previsto per l’implementazione dell’EPR.

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La Guerra tra Poveri e il Rischio di un Arretramento
La crisi dei rifiuti tessili sta generando una vera e propria “guerra tra poveri”, con operatori europei sostenuti da sistemi EPR più avanzati, come in Francia e Olanda, che competono slealmente con gli operatori italiani, non ancora supportati da un sistema analogo. Questa situazione rischia di sbilanciare il mercato, favorendo l’importazione di materiali usati a basso costo e penalizzando gli operatori nazionali, che si trovano a dover affrontare costi di raccolta e gestione più elevati.
Un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dallo schema di decreto per l’istituzione della Responsabilità Estesa dei Produttori per il settore tessile e abbigliamento, attualmente in consultazione. Secondo alcune critiche, lo schema italiano prevede obiettivi di intercettazione dei flussi destinati a rifiuto troppo bassi, privilegiando l’incenerimento con recupero di energia rispetto al riuso, alla riparazione e al riciclo. Questo approccio, se confermato, rischia di vanificare gli sforzi compiuti finora per promuovere l’economia circolare nel settore tessile, e di riportare l’Italia indietro rispetto ai risultati già raggiunti in termini di raccolta differenziata.
Nonostante le sfide, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha stanziato 15 milioni di euro per il 2024, destinati a promuovere e sostenere gli investimenti, la ricerca, la sperimentazione e l’innovazione dei processi di produzione nella filiera primaria di trasformazione in Italia di fibre tessili di origine naturale nonché provenienti da processi di riciclo e dei processi di concia della pelle. Di questi, 10 milioni di euro sono destinati a contributi a fondo perduto e 5 milioni di euro a finanziamenti agevolati, con l’obiettivo di incentivare la certificazione della sostenibilità dei prodotti e dei processi, con particolare attenzione al riciclo, alla lunghezza di vita, al riutilizzo, alla biologicita e all’impatto ambientale.
Verso un Futuro Sostenibile: Un Appello alla Consapevolezza e all’Azione
La crisi dei rifiuti tessili rappresenta una sfida complessa, che richiede un approccio integrato e una forte collaborazione tra tutti gli attori della filiera. È necessario promuovere la consapevolezza dei consumatori sull’impatto ambientale del fast fashion e incentivare scelte di consumo più responsabili, privilegiando l’acquisto di capi di abbigliamento di qualità, durevoli e realizzati con materiali sostenibili. Allo stesso tempo, è fondamentale sostenere gli operatori della raccolta e gestione dei rifiuti tessili, garantendo loro condizioni economiche e normative adeguate per svolgere il loro lavoro in modo efficiente e sostenibile.
L’implementazione di un sistema EPR efficace e ambizioso è un passo fondamentale per garantire la sostenibilità a lungo termine del settore tessile. L’EPR deve incentivare i produttori a progettare prodotti più facilmente riciclabili e riutilizzabili, e a farsi carico dei costi di gestione del fine vita dei loro prodotti. Inoltre, è necessario promuovere la ricerca e l’innovazione nel campo del riciclo tessile, per sviluppare nuove tecnologie e processi che consentano di trasformare i rifiuti tessili in nuove risorse, riducendo la dipendenza dalle materie prime vergini e minimizzando l’impatto ambientale del settore.
Un Nuovo Paradigma per il Tessile: Dall’Emergenza alla Sostenibilità Duratura
La crisi attuale, paradossalmente, può rappresentare un’opportunità per ripensare l’intero modello di produzione e consumo nel settore tessile. Non possiamo più permetterci di ignorare l’impatto ambientale del fast fashion e della cultura dell’usa e getta. È necessario un cambio di paradigma, che promuova la qualità, la durabilità, la riparabilità e il riciclo dei prodotti tessili. Solo così potremo garantire un futuro sostenibile per il settore, e per il nostro pianeta.
Amici lettori, in questo contesto di trasformazione, è fondamentale ricordare un principio base della difesa del consumatore consapevole: informarsi prima di acquistare. Conoscere l’origine dei materiali, le condizioni di produzione e l’impatto ambientale dei prodotti che acquistiamo ci permette di fare scelte più responsabili e di sostenere le aziende che si impegnano per la sostenibilità. Ma non fermiamoci qui. Una nozione avanzata di consumo consapevole ci invita a valutare il ciclo di vita completo del prodotto, considerando non solo l’acquisto, ma anche l’uso, la manutenzione, la riparazione e lo smaltimento. Chiediamoci: questo capo di abbigliamento è fatto per durare? Posso ripararlo facilmente? Dove finirà quando non mi servirà più? Riflettere su queste domande ci aiuta a diventare consumatori più consapevoli e a contribuire a un futuro più sostenibile.
- Consultazione MASE sulla responsabilità estesa del produttore tessile.
- Posizione di ANCI sulla gestione dei rifiuti tessili e salvaguardia della filiera.
- Studio JRC su gestione rifiuti tessili in Italia, Romania e altri paesi.
- Pagina di UNIRAU, associazione delle imprese di raccolta, riuso e riciclo.
- Linee guida Utilitalia per una filiera dei rifiuti tessili più sostenibile.
- Posizione di Confindustria sulla gestione dei rifiuti tessili e transizione circolare.
- Approfondimento sulla riorganizzazione della raccolta tessile da parte di Cisambiente.
- Comunicato stampa sulla nascita di RETESSILE, rete di cooperative per rifiuti tessili.
- Analisi costi e trasparenza filiera: dati ufficiali della rete di cooperative.
- Pagina con l'allarme di Corertex sulla crisi dei rifiuti tessili.
- Posizione congiunta FEAD, EuRIC e Decathlon su EPR per circolarità tessile.
- Manifesto EuRIC per la circularità tessile 2030: approfondimento delle proposte europee.