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- Nel 2021 sono state prodotte circa 57 milioni tonnellate di rifiuti elettronici.
- Quattro italiani su dieci non conoscono l'acronimo RAEE.
- Nel 2030, i rifiuti RAEE supereranno le 74 milioni di tonnellate.
Una Sfida Globale
La nostra dipendenza dalla tecnologia è inconfutabile. Quotidianamente, un’infinità di apparecchi elettronici ci supporta in una varietà di attività. Ciononostante, questa relazione simbiotica con l’elettronica comporta un prezzo: la gestione di una quantità smisurata di scarti high-tech. Da un lato, gli apparecchi diventano sorpassati; dall’altro, molti vengono sostituiti benché perfettamente funzionanti, sollecitati dal desiderio di possedere l’ultima novità. Le stime dell’ONU del 2021 indicano che sono state prodotte all’incirca 57 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici. Tale cifra, già sconvolgente, è destinata ad aumentare, dato che la connettività globale si diffonde anche nelle aree più isolate del pianeta.
La velocità con cui la tecnologia si evolve è sbalorditiva. Non stupisce che, in pochi mesi, un dispositivo possa essere surclassato da uno più moderno. Ciò spinge i consumatori a rimpiazzare frequentemente i propri telefoni, portatili e televisori, tramutando i dispositivi obsoleti in spazzatura. La categoria dei “rifiuti hi-tech” comprende dispositivi in disuso come cellulari, computer, televisori ed elettrodomestici. I 57 milioni di tonnellate di scarti prodotti nel 2021 corrispondono al peso di oltre 5.000 Torri Eiffel, con un impatto ambientale notevole. Questi dispositivi racchiudono sostanze potenzialmente pericolose che richiedono uno smaltimento idoneo.
L’industria contribuisce alla sovrapproduzione di rifiuti hi-tech e al loro impatto ambientale attraverso l’obsolescenza programmata. Molte apparecchiature elettroniche non sono progettate per durare, con componenti che si deteriorano rapidamente, spingendo i consumatori a sostituire l’intero dispositivo. Tra le diverse tipologie di scarti tecnologici, i telefoni cellulari costituiscono la porzione maggiore. Il recupero di questi materiali può estrarre risorse di valore e prevenire la diffusione di sostanze dannose nell’ambiente. La corretta gestione e il riciclo dei rifiuti hi-tech possono mitigare gli impatti ambientali negativi di questa ondata tecnologica.
Strategie e Responsabilità Condivisa per uno Smaltimento Sostenibile
La responsabilità di uno smaltimento ecologicamente sostenibile grava principalmente sui governi, ma anche produttori e consumatori devono fare la loro parte. L’obiettivo di salvaguardare le risorse del nostro pianeta e ridurre le conseguenze ambientali dell’innovazione tecnologica è una responsabilità che tutti condividiamo. È necessario adottare buone pratiche e strategie specifiche per la gestione dei rifiuti elettronici:
- Implementare politiche di riciclo efficaci: I governi devono incentivare e sostenere il riciclo dei rifiuti hi-tech, promuovendo la raccolta differenziata e la corretta gestione delle apparecchiature elettroniche dismesse.
- Promuovere l’Estensione della Responsabilità del Produttore (EPR): L’EPR incoraggia le aziende a sviluppare prodotti riciclabili e processi di fabbricazione sostenibili, responsabilizzando i produttori sull’intero ciclo di vita dei loro prodotti.
- Sviluppare infrastrutture avanzate per il riciclo: Stabilimenti all’avanguardia possono trattare efficacemente i rifiuti, bonificare i dispositivi dismessi ed estrarre terre rare e materiali preziosi.
- Educare e sensibilizzare: I cittadini devono essere informati su come smaltire e riciclare i rifiuti hi-tech in modo responsabile.
- Donare e riutilizzare: Invece di gettare dispositivi ancora funzionanti, si può considerare la donazione a organizzazioni no-profit o la partecipazione a iniziative di riciclo.
Adottare una visione sostenibile nella gestione dei rifiuti tecnologici può evitare che finiscano in discarica, dove inquinano l’ambiente. Incoraggiare la circolarità, premiando i produttori che sviluppano prodotti durevoli, aggiornabili e facilmente riparabili, e offrendo il ritiro a fine vita, è fondamentale. Estendere la longevità degli apparecchi diminuisce la necessità di produrne di nuovi, contenendo così la generazione di scarti. La popolazione deve partecipare attivamente a questo processo, essendo opportunamente informata e incoraggiata a un comportamento responsabile. Leggi e normative chiare e applicate correttamente sono essenziali. Scrivere testi divulgativi è insufficiente se non si traduce in azioni concrete, e sono necessari supervisori che garantiscano l’efficienza e la trasparenza dell’intero sistema.

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RAEE: Un Acronimo Meno Noto, una Criticità Spesso Sottovalutata
Un’indagine ha evidenziato una limitata conoscenza da parte dei consumatori riguardo all’importanza del corretto smaltimento dei dispositivi elettronici. Quattro italiani su dieci non conoscono il significato dell’acronimo RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e ignorano l’esistenza del servizio di ritiro “uno contro zero”, con la conseguenza che le piccole apparecchiature rimangono inutilizzate nelle case. Il simbolo universale per i RAEE – un contenitore per la spazzatura su ruote barrato – deve essere presente su tutti gli articoli elettrici ed elettronici.
Un processo di smaltimento accurato non soltanto riduce gli impatti negativi sull’ambiente, ma consente anche il recupero di preziose materie prime. Per esempio, è possibile estrarre oro, argento, rame e metalli rari dalle schede elettroniche dei telefoni cellulari. La generazione di energia elettrica è responsabile di un quarto delle emissioni globali, mentre un’altra porzione equivalente deriva da attività agricole, allevamento e deforestazione. Le apparecchiature classificate come RAEE comprendono grandi elettrodomestici, “grandi bianchi” (frigoriferi, lavatrici), televisori e monitor, elettronica di consumo e sorgenti luminose. Il percorso di recupero inizia in un centro di raccolta, dove gli apparecchi vengono disassemblati e i loro componenti separati. Le diverse parti vengono poi inviate a impianti specializzati per il riciclaggio, e le materie prime ottenute vengono rivendute per la fabbricazione di nuovi articoli. I materiali non riciclabili sono soggetti a trattamenti specifici per minimizzare il loro impatto sull’ecosistema.
Gli scarti AEE sono un elemento imprescindibile del modello di economia circolare, una filosofia produttiva e di consumo che abbraccia la condivisione, il noleggio, il riuso, la riparazione, il rimodernamento e il recupero di materiali e prodotti esistenti per massimizzarne la durata.
Stando ai dati forniti dal Global E-Waste Monitor, i RAEE rappresentano la tipologia di rifiuto in più rapida espansione a livello mondiale; si prevede che nel 2030 la produzione supererà i 74 milioni di tonnellate, con un aumento che triplica la velocità di crescita della popolazione globale.
Verso un Futuro Sostenibile: Consapevolezza e Azione
La rapida evoluzione tecnologica rende obsoleti computer e cellulari ancora funzionanti, con un impatto ambientale e sociale enorme. Un Personal Computer standard è composto da plastica, piombo, ferro, alluminio, rame, stagno, zinco, oro, silicio, cadmio, mercurio e cromo. Nell’Unione Europea, ogni cittadino produce 20 kg di rifiuti tecnologici all’anno. I rifiuti tecnologici vengono spesso esportati nei paesi più poveri, dove vengono disassemblati senza precauzioni per pochi dollari al giorno. La Convenzione di Basilea, ratificata da molte nazioni ma non dagli Stati Uniti, mira a impedire questo traffico. La Direttiva WEEE (Waste Electrical and Electronic Equipment) impone alle aziende tecnologiche di organizzare il ritiro e lo smaltimento dei propri articoli a fine vita. Prima di considerare “definitivamente spenti” i nostri vecchi computer e telefoni, è utile ricordare che possono essere riciclati o offerti a organizzazioni che ne favoriranno il riutilizzo.
Un Imperativo Etico: Salvaguardare il Futuro Attraverso la Consapevolezza
Occorre riflettere ogni volta che il ciclo di vita di un prodotto elettronico finisce, per la salvaguardia delle generazioni future e dell’ambiente.
Amici, parliamoci chiaro: quando acquistiamo un nuovo smartphone, raramente ci fermiamo a pensare a cosa succederà al vecchio. Eppure, quel dispositivo contiene materiali preziosi e pericolosi. Una nozione base di difesa del consumatore consapevole ci dice che, prima di tutto, dovremmo informarci sui programmi di ritiro e riciclo offerti dai produttori. Molte aziende, infatti, si fanno carico dello smaltimento corretto dei vecchi dispositivi, recuperando materiali e riducendo l’impatto ambientale.
Ma non fermiamoci qui. Una nozione avanzata ci invita a considerare l’intero ciclo di vita del prodotto prima ancora di acquistarlo. Cerchiamo aziende che progettano dispositivi durevoli, riparabili e facilmente aggiornabili. Sosteniamo l’economia circolare, scegliendo prodotti che possono essere riutilizzati o riciclati alla fine del loro ciclo di vita.
Riflettiamo: il nostro consumismo tecnologico ha un costo. Siamo disposti a pagarlo, o preferiamo agire in modo più responsabile, per proteggere il nostro pianeta e le generazioni future? La scelta è nelle nostre mani.








