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- Prezzi del riso dimezzati: da 1,10€ a soli 0,70€ al kg.
- Importazioni aumentate del 10%, pari a 208 milioni di chili.
- Il 60% del riso importato ha agevolazioni tariffarie.
L’allarme risuona nelle campagne del Nord Italia: il settore risicolo nazionale è in crisi profonda. I prezzi del riso italiano sono crollati drasticamente, quasi dimezzandosi rispetto a pochi mesi fa, e ora si trovano al di sotto dei costi di produzione. Questa situazione, denunciata da Coldiretti Vercelli-Biella, mette a rischio la sopravvivenza di migliaia di aziende agricole che da generazioni coltivano riso di alta qualità.
Il crollo dei prezzi e l’aumento delle importazioni
La crisi non è dovuta a un calo della produzione, che si mantiene stabile rispetto al 2024. Il problema principale è l’aumento delle importazioni di riso straniero a basso costo, che sta invadendo il mercato interno e deprimendo i prezzi del riso italiano. Le quotazioni all’origine per varietà pregiate come Carnaroli e Arborio sono scese da 1-1,10 euro al chilogrammo a soli 60-70 centesimi. Un prezzo che, secondo gli esperti, non copre nemmeno le spese di produzione.
Come evidenziato da Coldiretti, si tratta di una situazione paradossale: l’Italia produce riso di altissima qualità, apprezzato in tutto il mondo, ma si trova costretta a venderlo sottocosto a causa della concorrenza sleale del prodotto estero. L’Italia è il primo produttore europeo di riso, con oltre 200.000 ettari coltivati tra Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, e un comparto che dà lavoro a migliaia di persone. Il Vercellese e il Pavese, cuore pulsante della risicoltura nazionale, sono tra le aree più colpite dalla crisi.
Ad aggravare questa congiuntura è il balzo del 10% nelle importazioni di riso estero registrato nei primi sette mesi del 2025, secondo l’analisi di Coldiretti basata su dati Istat. Complessivamente, si tratta di 208 milioni di chili di riso che sono stati importati, provenienti prevalentemente da nazioni extraeuropee.

- Ottima analisi! 🌾 È fondamentale proteggere il riso italiano......
- Importazioni a basso costo? 😡 Non possiamo accettare questa concorrenza sleale......
- E se la vera crisi fosse la nostra incapacità di valorizzare... 🤔...
La concorrenza sleale e i rischi per i consumatori
Secondo Roberto Guerrini, membro di giunta di Coldiretti Piemonte, gran parte del riso importato viene venduto come prodotto generico o trasformato in confezioni che confondono il consumatore. La criticità maggiore risiede nel fatto che il 60% del riso importato beneficia di agevolazioni tariffarie, grazie al Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG) dell’Unione Europea. Questo meccanismo permette ai paesi in via di sviluppo di esportare specifiche merci in Europa con dazi ridotti o assenti. Questa politica, originariamente concepita per sostenere le economie più fragili, si è ora trasformata in un elemento distorsivo del mercato, danneggiando i produttori europei.
Oltre alle ripercussioni economiche, la crescente presenza di riso straniero a basso costo introduce anche potenziali pericoli per i consumatori. Un considerevole numero di questi prodotti non è conforme agli stessi rigorosi standard qualitativi e ambientali imposti alle produzioni europee. Alcune nazioni esportatrici adottano fitofarmaci e tecniche agricole proibite nell’UE, con un regime di controlli meno stringente e costi di produzione significativamente inferiori.
L’intervento dell’Ente Nazionale Risi e le richieste di Coldiretti
L’Ente Nazionale Risi ha espresso forte preoccupazione per l’impatto degli accordi commerciali e delle concessioni unilaterali sul settore risicolo comunitario. La presidente dell’Ente, Natalia Bobba, ha sollevato la questione durante un incontro tra il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e il Commissario europeo per il Commercio, Maroš Šefcovic. In particolare, Bobba ha espresso preoccupazione per la concessione prevista di 60.000 tonnellate di riso in quote a dazio zero nell’ambito dell’accordo con il Mercosur.
L’Ente Nazionale Risi ha inoltre portato all’attenzione il dibattito in corso riguardo all’introduzione di un meccanismo di salvaguardia automatica, previsto dal Regolamento (UE) 978/2012, concernente le importazioni di riso a dazio zero dai Paesi Meno Avanzati. Il Commissario Šefcovic ha garantito che la Commissione europea è attivamente impegnata nella ricerca di una soluzione efficace per assicurare la sostenibilità futura del comparto.
Coldiretti considera indispensabile rafforzare l’obbligo di indicare l’origine in etichetta, così che i consumatori possano effettuare scelte informate.
Salvaguardare il futuro del riso italiano: una sfida per l’economia circolare e i consumatori consapevoli
La crisi del riso italiano non è solo un problema economico, ma anche una questione di *sostenibilità e tutela del consumatore. La concorrenza sleale del riso importato a basso costo mette a rischio la sopravvivenza di un settore che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e che contribuisce alla salvaguardia del territorio e alla biodiversità. È fondamentale che le istituzioni europee e nazionali intervengano con misure concrete per proteggere i produttori italiani e garantire ai consumatori la possibilità di scegliere prodotti di qualità, sicuri e sostenibili.
La difesa del riso italiano passa anche attraverso la promozione di un’economia circolare*, che valorizzi i sottoprodotti della lavorazione del riso e riduca gli sprechi. I consumatori consapevoli, informati sull’origine e le caratteristiche del prodotto, possono fare la differenza scegliendo il riso italiano e sostenendo un’agricoltura che rispetta l’ambiente e i diritti dei lavoratori.
Una nozione base di difesa del consumatore, applicabile in questo caso, è la conoscenza dell’origine del prodotto. Un consumatore informato è un consumatore più tutelato.
Una nozione avanzata è la capacità di valutare l’impatto ambientale e sociale delle proprie scelte di consumo. Scegliere il riso italiano significa sostenere un’agricoltura più sostenibile e responsabile.
Riflettiamo: siamo disposti a rinunciare alla qualità e alla sostenibilità per risparmiare qualche centesimo? Il futuro del riso italiano dipende anche dalle nostre scelte.








