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- Dal 1° luglio 2026 stop alla compensazione con oneri previdenziali.
- Aumento dei costi di trasporto e rischio inflazione.
- Le piccole imprese rischiano di ridurre l'attività.
- Confartigianato teme difficoltà di liquidità per il settore casa.
- A rischio i crediti d'imposta per Industria 4.0 e cultura.
La norma, che entrerà in vigore il 1° luglio 2026, vieta la compensazione dei crediti d’imposta con i versamenti previdenziali e contributivi. Questa restrizione, apparentemente tecnica, potrebbe avere conseguenze significative sull’intera economia, con un impatto diretto sui costi di trasporto, sull’inflazione e sulla stabilità delle piccole e medie imprese.
L’Impatto sui Costi di Trasporto e sull’Inflazione
La nuova disposizione, operativa dal 1° luglio 2026, stabilisce che i crediti d’imposta non potranno più essere impiegati per saldare oneri previdenziali e contributivi. Numerose aziende, specialmente nel settore del trasporto merci, facevano affidamento su questi crediti (come quelli derivanti dal rimborso delle accise sui carburanti) per adempiere agli obblighi INPS, INAIL o ad altri tributi. Le rappresentanze di categoria denunciano un vero e proprio “macigno sulla liquidità” e “effetti dirompenti” per le imprese di autotrasporto.
Ma cosa significa questo per i consumatori? Innanzitutto, è probabile che si verifichi un aumento dei costi di trasporto. Se le imprese hanno meno liquidità, i loro costi di gestione aumentano. Questi costi extra tendono a essere trasferiti sui clienti, con conseguenze dirette sui prezzi dei beni e dei servizi.
Inoltre, l’incremento delle spese di trasporto si aggiunge a ulteriori fattori inflattivi, quali il costo del carburante, dell’energia e delle materie prime. In questo scenario, la recente normativa potrebbe agire come amplificatore del rincaro dei prezzi per i consumatori. Le imprese che rischiano di operare in perdita potrebbero tagliare sulla manutenzione, sulla qualità del servizio o sui tempi di consegna, con ripercussioni sull’intera filiera.
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Rischio per le Piccole Imprese e Minore Concorrenza
La normativa colpisce duramente in particolare le imprese di piccola e media dimensione, alcune delle quali potrebbero essere costrette a cessare l’attività o a ridimensionarla. Una diminuzione degli operatori si traduce in una minore competizione e, di conseguenza, in tariffe più elevate o servizi scadenti per i consumatori. Questo scenario potrebbe portare a una maggiore fragilità delle piccole imprese, con una conseguente riduzione della concorrenza e della scelta per i consumatori.
Sebbene l’articolo si concentri su una disposizione normativa specifica, il quadro più ampio è quello di una manovra finanziaria che introduce modifiche fiscali e accise, le quali potrebbero ripercuotersi sui consumatori, ad esempio per quanto riguarda il carburante, l’energia elettrica e le bollette.

Le Preoccupazioni delle Associazioni di Categoria
Confartigianato, CNA e Casartigiani hanno espresso forte preoccupazione per gli effetti derivanti dall’applicazione della misura contenuta nel disegno di legge di Bilancio 2026. Dal 1° luglio la compensazione sarà permessa esclusivamente per i crediti d’imposta che emergono dalle dichiarazioni annuali, escludendo quindi quelli maturati dall’acquisizione di bonus edilizi e altri incentivi. Questa modifica genererà significative difficoltà di liquidità, specialmente per le imprese del settore casa – dall’edilizia all’impiantistica – che hanno optato per lo sconto in fattura e stanno legittimamente utilizzando i crediti fiscali per saldare i propri debiti contributivi.
La nuova regolamentazione potrebbe creare notevoli problemi di risorse finanziarie, in modo particolare per le imprese attive nel settore abitativo, dalle costruzioni all’installazione di impianti. Queste aziende, che hanno scelto di applicare lo sconto immediato in fattura, si trovano a utilizzare legittimamente i crediti d’imposta per estinguere i propri obblighi contributivi.
La restrizione delle possibilità di compensazione rischia di rendere, in tutto o in parte, inutilizzabili le rate dei crediti d’imposta legati ai bonus edilizi, comportando perdite e danni economici e finanziari per le aziende. Le Organizzazioni evidenziano inoltre che il suddetto articolo, qualora non venisse modificato, colpirebbe e indebolirebbe anche gli strumenti pensati per incentivare gli investimenti, come i crediti d’imposta per Industria 4.0, Transizione 5.0, ricerca e sviluppo, e la cultura, inclusi i Tax credit cinema.
Non solo, ma verrebbero messi a rischio anche gli incentivi per lo sviluppo scientifico e tecnologico, le iniziative culturali, e i benefici fiscali per il settore cinematografico.
Consigli per i Consumatori e Azioni di Tutela
Di fronte a questo quadro, è fondamentale che i consumatori siano consapevoli dei potenziali impatti e adottino comportamenti informati. Ecco alcuni consigli:
Monitorare attentamente l’andamento dei costi della logistica e del trasporto.
Se si notano aumenti ingiustificati, valutare alternative di fornitura o di servizio che offrano trasparenza sui costi.
Chiedere ai rappresentanti politici di modificare la norma o di affiancarla con misure di mitigazione per evitare che i costi vengano scaricati sui consumatori. Promuovere l’importanza di salvaguardare la filiera logistica, riconoscendola come servizio essenziale per il bene dei consumatori finali.
Prestare attenzione ai rincari derivanti dalla logistica e controllare come varia il costo del trasporto nei contratti.
Verso una Maggiore Consapevolezza e Tutela dei Consumatori
La norma della Legge di Bilancio può sembrare tecnica e rivolta alle imprese, ma in realtà ha un potenziale impatto significativo sui consumatori. Non si tratta solamente della capacità delle aziende di sopravvivere o meno: è una questione più ampia che investe il servizio, i costi, l’intera catena di approvvigionamento e, di conseguenza, i diritti dei consumatori. Qualora l’effetto paventato si concretizzasse, i consumatori si troverebbero a subire le conseguenze: prezzi più elevati, servizi meno affidabili e una minore varietà di scelta.
Difesa del Consumatore: Un Approccio Olistico
Amici consumatori, in questo scenario complesso, è fondamentale ricordare che la difesa dei nostri diritti non si limita alla semplice comparazione dei prezzi. Dobbiamo essere consapevoli che le decisioni politiche ed economiche, anche quelle che sembrano lontane dalla nostra vita quotidiana, possono avere un impatto diretto sul nostro portafoglio e sulla qualità dei servizi che riceviamo.
Una nozione base di difesa del consumatore è la trasparenza dei costi. Richiedere sempre informazioni chiare e dettagliate sui prezzi, inclusi i costi di trasporto e logistica, è un primo passo fondamentale per evitare sorprese e fare scelte consapevoli.
Ma non fermiamoci qui. Una nozione avanzata di difesa del consumatore implica la capacità di influenzare le decisioni politiche ed economiche*. Partecipare attivamente alla vita civile, informarsi sulle proposte di legge e far sentire la propria voce ai rappresentanti politici sono azioni concrete che possono contribuire a tutelare i nostri diritti e a promuovere un’economia più equa e sostenibile.
Riflettiamo: siamo solo spettatori passivi di un sistema complesso o possiamo diventare protagonisti attivi del cambiamento? La risposta è nelle nostre mani.








