E-Mail: [email protected]
- Tasso utilizzo circolare materiali UE al 12,2%, crescita lenta.
- Olanda al 32,7%, Italia al 21,3%: eccellenze europee.
- Metalli al 23,4%, biomasse al 9,9%: divario nei materiali.
Oggi, 20 novembre 2025, i dati di Eurostat rivelano un quadro complesso sull’adozione dell’economia circolare nell’Unione Europea. L’indicatore chiave, il tasso di utilizzo circolare dei materiali (CMU), si attesta al 12,2%, un dato che, sebbene in crescita, solleva interrogativi sulla capacità dell’UE di raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati per il 2030.
L’Europa Circolare: Un’Analisi Approfondita dei Dati Eurostat
Il tasso di utilizzo circolare dei materiali, come definito da Eurostat, misura la proporzione di materiali recuperati e reintrodotti nell’economia rispetto all’utilizzo complessivo di materiali. Questo indicatore, che esclude i flussi di acqua ma include i combustibili fossili e i prodotti energetici, offre una panoramica della dipendenza dell’economia europea dalle materie prime vergini.
Le disparità tra i paesi membri sono significative. L’Olanda si distingue con un 32,7%, mentre Portogallo, Finlandia e Irlanda faticano, attestandosi rispettivamente al 3% e al 2%. L’Italia, con un 21,3%, si posiziona al terzo posto, evidenziando un impegno superiore alla media europea.

- ✅ Ottimo articolo! Finalmente dati concreti sull'economia circolare......
- 📉 Un punto di vista troppo ottimista. Il tasso di crescita è troppo......
- 🔄 Ma se invece di concentrarci sul tasso, guardassimo alla qualità......
Un Decennio di Progressi Lenti: Obiettivi al 2030 a Rischio?
Negli ultimi dieci anni, il tasso di utilizzo circolare dei materiali è aumentato di solo un punto percentuale. Sebbene la tendenza sia generalmente positiva, con 21 paesi UE che hanno registrato un aumento tra il 2015 e il 2024, la velocità di questa transizione solleva preoccupazioni. Paesi come Polonia e Finlandia hanno addirittura subito un calo, evidenziando la complessità e le sfide intrinseche all’implementazione di un’economia circolare su vasta scala.
Il Circular Economy Action Plan, lanciato nel 2020, ambiva a raddoppiare il tasso di circolarità entro il 2030. Tuttavia, con un solo punto percentuale guadagnato in cinque anni, questo obiettivo appare sempre più irraggiungibile. L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha sottolineato come i progressi siano stati lenti e come l’UE sia ancora lontana dal raggiungere il suo ambizioso traguardo.
Materiali Circolari: Metalli in Testa, Biomasse in Coda
Analizzando i diversi tipi di materiali, i metalli si distinguono con un tasso di utilizzo circolare del 23,4% nel 2024, seguiti dai minerali non metallici (14,3%) e dalle biomasse (9,9%). Questi dati evidenziano le aree in cui l’UE sta ottenendo risultati migliori e quelle in cui è necessario intensificare gli sforzi. In particolare, l’aumento dell’utilizzo di biomasse circolari potrebbe contribuire significativamente alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e alla promozione di un’economia più sostenibile.
Verso un Futuro Sostenibile: Sfide e Opportunità
I dati Eurostat offrono una preziosa base per valutare i progressi dell’UE verso un’economia circolare. Sebbene i risultati siano incoraggianti, è evidente che è necessario un impegno maggiore per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030. L’aumento della circolarità non solo contribuirà alla neutralità climatica entro il 2050, ma garantirà anche la competitività a lungo termine dell’UE e la dissociazione della crescita economica dall’uso delle risorse.
Un Passo Avanti per il Consumatore Consapevole
L’economia circolare non è solo una questione di numeri e statistiche, ma un cambiamento di paradigma che coinvolge tutti noi. Come consumatori, possiamo fare la differenza scegliendo prodotti realizzati con materiali riciclati, riparando e riutilizzando gli oggetti, e sostenendo le aziende che adottano pratiche sostenibili. Essere consapevoli dell’impatto ambientale delle nostre scelte è il primo passo verso un futuro più circolare e sostenibile.
Un concetto avanzato di difesa del consumatore nell’ambito dell’economia circolare riguarda la responsabilità estesa del produttore (REP). Questo principio implica che i produttori siano responsabili della gestione dei loro prodotti alla fine del ciclo di vita, incentivandoli a progettare prodotti più durevoli, riparabili e riciclabili. La REP può essere un potente strumento per promuovere l’innovazione e ridurre l’impatto ambientale dei prodotti.
Riflettiamo: quante volte abbiamo gettato via oggetti che potevano essere riparati o riutilizzati? Quali sono le nostre abitudini di consumo e come possiamo renderle più sostenibili? L’economia circolare è una sfida collettiva che richiede l’impegno di tutti, dai governi alle imprese, fino ai singoli cittadini. Solo così potremo costruire un futuro in cui le risorse vengono utilizzate in modo efficiente e responsabile, preservando il nostro pianeta per le generazioni future.








