Treviso, crisi nel commercio: 188 negozi chiusi, cosa sta succedendo?

La situazione del commercio a Treviso è caratterizzata da una mutazione sostanziale, con la scomparsa di storiche realtà imprenditoriali e notevoli ostacoli al cambio generazionale. Secondo uno studio elaborato dalla Camera di Commercio, emerge un panorama allarmante: nel lasso temporale che intercorre tra settembre 2024 e settembre 2025 si registra la chiusura di ben 188 negozi sul territorio provinciale. Questo numero evidenzia un incremento considerevole se confrontato con il periodo precedente, in cui le cessazioni avevano raggiunto il totale di 118.

Un Cambiamento Epocale nel Commercio di Prossimità

Un fenomeno negativo investe soprattutto i negozi al dettaglio più piccoli e vicini ai cittadini, spesso amministrati da famiglie storiche nel corso delle generazioni. Queste imprese locali svolgono un ruolo cruciale come punti cardinali nella vita comunitaria e si trovano in difficoltà nell’individuare qualcuno disposto ad assumere le redini del business familiare. Un caso particolarmente significativo è quello della chiusura di De Pol Calzature, rinomato esercizio commerciale a Treviso, che ha cessato le sue operazioni dopo ben 100 anni sul mercato. I proprietari attuali, ormai prossimi alla pensione, non hanno avuto fortuna nel trovare eredi motivati a portare avanti il lavoro iniziato dai loro avi. Al suo posto sorgerà una filiale della nota catena d’abbigliamento Falconeri, evidenziando così una trasformazione più estesa nel contesto economico-mercantile circostante.

Le Difficoltà del Passaggio Generazionale

Beatrice Paludetti, nella sua veste di presidente di Federmoda Treviso, evidenzia l’importanza della presenza dei negozi storici nel mantenere un delicato equilibrio all’interno della città. La scomparsa di realtà commerciali rinomate come De Pol Calzature influisce profondamente sul percepito collettivo da parte degli acquirenti locali. È interessante notare che una grande parte delle nuove generazioni dimostra scarso interesse nei confronti dell’idea del commercio autonomo; invece optano per traiettorie professionali alternative. Tale dinamica complica notevolmente il processo di successione tra le varie generazioni e pone seri interrogativi circa la futura sostenibilità delle imprese che hanno contraddistinto il panorama commerciale urbano. La dismissione dell’attività De Pol si colloca in un contesto più ampio che vede già la chiusura recente di altri noti esercizi commerciali come Berto’s e TopStore, situati nel comune limitrofo a Paese; tutte queste cessazioni si ricollegano alla fase naturale del pensionamento degli imprenditori anziani.

Un Futuro Incerto per il Commercio Trevigiano

Oltre a De Pol Calzature, anche altri negozi storici di Treviso si preparano a chiudere i battenti. “Dolci Cose”, negozio di dolci in via XX Settembre, e un negozio per bambini in via Manin, ex Petit Bateau, cesseranno l’attività. La difficoltà di competere con il mercato delle vendite online è una delle cause principali di queste chiusure. Il 2026 si prospetta come un anno di grandi cambiamenti per il commercio trevigiano, con la necessità di ripensare il modello di business e di trovare nuove strategie per attrarre i consumatori.

Rinnovamento e Resilienza: Una Nuova Era per il Commercio Locale

La situazione attuale nel commercio trevigiano non va interpretata semplicemente come una fase negativa; al contrario, rappresenta una possibilità significativa per il rinnovamento e il riadattamento alle moderne richieste commerciali. È essenziale che vi sia una sinergia tra istituzioni locali, associazioni professionali ed esercenti, al fine di identificare approcci innovativi e sostenibili. Tra queste misure si possono annoverare incentivi all’adozione dell’innovazione digitale, spinta al consumo nei negozi vicini casa, organizzazione d’iniziative ed eventi mirati ad attirare clienti interessati alla qualità dei prodotti locali. Solo mediante uno sforzo comune si potrà garantire sia l’integrità commerciale che un avvenire radioso per Treviso.

Uno degli aspetti fondamentali riguardanti la protezione del consumatore in tale contesto è certamente quello relativo alla sostenibilità degli acquisti presso esercizi locali. La scelta di acquistare nei punti vendita limitrofi apporta non solo benefici economici tangibili alla comunità locale ma agisce anche da salvaguardia della pluralità culturale intrinseca della città.
Ulteriore considerazione concerne l’urgenza di incoraggiare pratiche legate a quell’economia circolare sempre più riconosciuta nell’ambito commerciale contemporaneo. Questo implica promuovere la riparazione e il riutilizzo dei beni, minimizzare gli sprechi e stimolare modelli di business sostenibili.

È fondamentale considerare l’impatto delle nostre decisioni d’acquisto sul futuro dell’economia locale. Ciascun acquisto rappresenta un’assegnazione di supporto; pertanto, è essenziale preferire quelle imprese che esaltano il nostro territorio, contribuendo così a costruire una comunità più dinamica e rispettosa dell’ambiente.