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- Stop ai dazi dal 2026: colpiti i pacchi inferiori a 150€.
- Nel 2024, 4,6 miliardi di articoli extra-ue.
- Dazi ue tra il 2% e il 12% sulla merce.
L’Unione Europea si appresta a rivoluzionare il panorama dell’e-commerce, con un occhio di riguardo al commercio al dettaglio e alla tutela dei consumatori. Una decisione epocale è stata presa: l’abolizione dell’esenzione dai dazi per i mini-pacchi provenienti da paesi extra-UE, con un valore inferiore ai 150 euro. Questa misura, lungamente attesa, mira a contrastare l’ondata di spedizioni a basso costo, in particolare dalla Cina, che ha generato preoccupazioni crescenti per la concorrenza sleale e la sicurezza dei prodotti.
Un’accelerazione necessaria
La decisione di anticipare l’entrata in vigore della stretta al 2026, rispetto alla data prevista del 2028, sottolinea l’urgenza di affrontare il problema. Nel 2024, ben 4,6 miliardi di articoli sotto i 150 euro sono entrati nell’Unione Europea, con una schiacciante maggioranza del 91% proveniente dalla Cina. Queste cifre, definite “non gestibili” dalla Commissione Europea, evidenziano la necessità di un intervento immediato per riequilibrare il mercato e garantire controlli adeguati.
Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia italiano, ha espresso soddisfazione per l’accordo, sottolineando come il fenomeno stia “distruggendo il commercio al dettaglio”. Gli operatori del settore denunciano da anni come i colossi dell’e-commerce internazionale sfruttino la franchigia sui pacchi a basso valore per invadere il mercato europeo con prodotti ultra-economici, creando una disparità di condizioni con i venditori locali.
- Finalmente una stretta! 💪 Era ora di proteggere il commercio locale......
- Un'altra tassa nascosta? 😡 Temo che alla fine a pagarne le spese saremo noi......
- Interessante prospettiva: 🤔 questa mossa potrebbe spingere verso un consumo più consapevole......
Le sfide operative e le reazioni politiche
Nonostante l’accordo politico, il percorso verso l’implementazione della misura presenta delle sfide. Il nuovo Data Hub doganale, il fulcro digitale della riforma, non sarà operativo prima del 2028, rendendo necessaria una soluzione transitoria. Si valutano diverse opzioni, tra cui tariffe medie, una flat fee o un sistema ibrido, con la Commissione impegnata a garantire la compatibilità con le regole del Wto.
Nel frattempo, gli Stati membri si muovono in ordine sparso, con Romania e Polonia che ipotizzano una tassa di gestione e la Francia che discute un prelievo interno per ricalcolare i costi del trattamento doganale. L’opposizione italiana, guidata da Pasquale Tridico del Movimento 5 Stelle, critica la misura definendola “l’ennesimo balzello imposto dal governo Meloni ai consumatori”, sostenendo che la concorrenza sleale si combatte contrastando lo strapotere delle multinazionali e non tassando le spedizioni di basso valore.

Implicazioni per consumatori e commercianti
La decisione dell’UE avrà un impatto significativo sia sui consumatori che sui commercianti. I commercianti sperano in una boccata d’ossigeno, vedendo nella misura un’opportunità per riequilibrare il mercato e competere ad armi pari con i colossi dell’e-commerce. I consumatori, d’altra parte, potrebbero trovarsi a dover pagare di più per i prodotti acquistati online, a causa dell’applicazione dei dazi e delle spese di sdoganamento.
È *cruciale notare che le aliquote dei dazi europei oscillano tra il 2% e il 12%, a seconda della tipologia di merce, con percentuali maggiori per articoli di tessile, abbigliamento e calzature. A questi vanno aggiunte le spese di sdoganamento richieste dal corriere e l’eventuale handling fee prevista dalla riforma doganale Ue. Di conseguenza, un articolo dal valore contenuto potrebbe vedere il suo prezzo finale aumentare considerevolmente una volta applicate le imposte e gli oneri di gestione.
Verso un’economia più equa e sostenibile
L’introduzione dei dazi sui mini-pacchi rappresenta un passo importante verso la creazione di un’economia più equa e sostenibile. La misura mira a contrastare la concorrenza sleale, a tutelare il commercio al dettaglio locale e a garantire che i prodotti importati rispettino gli standard europei in materia di sicurezza, ambiente e trasparenza.
Un Nuovo Equilibrio tra Commercio Globale e Tutela del Consumatore
La decisione dell’Unione Europea di tassare i mini-pacchi provenienti da paesi extra-UE segna un punto di svolta nel rapporto tra commercio globale e tutela del consumatore. Questa mossa, lungamente dibattuta e ora concretizzata, solleva interrogativi importanti sul futuro dell’e-commerce e sul ruolo dei consumatori in un mercato sempre più globalizzato. L’obiettivo è chiaro: riequilibrare il campo di gioco, proteggere le imprese locali e garantire che i prodotti importati rispettino gli standard europei. Tuttavia, resta da vedere se questa misura raggiungerà i suoi obiettivi senza penalizzare eccessivamente i consumatori, che potrebbero trovarsi a dover pagare di più per i loro acquisti online.
Un aspetto fondamentale da considerare è la trasparenza dei costi. I consumatori devono essere pienamente consapevoli di tutte le spese aggiuntive, inclusi dazi, spese di sdoganamento e oneri di gestione, prima di effettuare un acquisto. Solo così potranno prendere decisioni informate e consapevoli.
Un’altra nozione avanzata riguarda la responsabilità estesa del produttore (REP)*. Questo principio, già applicato in diversi settori, potrebbe essere esteso anche all’e-commerce, obbligando i produttori a farsi carico dei costi ambientali e sociali dei loro prodotti, inclusi quelli relativi alla gestione dei rifiuti e al rispetto dei diritti dei lavoratori.
Riflettiamo: in un mondo sempre più interconnesso, è essenziale trovare un equilibrio tra i vantaggi del commercio globale e la necessità di proteggere i consumatori e le imprese locali. La decisione dell’UE rappresenta un tentativo di raggiungere questo equilibrio, ma il successo dipenderà dalla sua implementazione efficace e dalla capacità di adattarsi alle mutevoli dinamiche del mercato.








