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Europa al bivio: come evitare il declino economico?

L'ex Presidente della BCE, Mario Draghi, lancia un allarme sulla competitività dell'UE, sollecitando riforme urgenti in settori chiave come tecnologia, energia e politica industriale per garantire la sovranità economica.
  • Il surplus commerciale Cina-UE è aumentato di quasi il 20%.
  • Prezzi del gas in UE quasi 4 volte superiori agli USA.
  • Appalti pubblici UE equivalgono al 16% del PIL.

L’Europa a un bivio tra inazione e declino

In un contesto globale in rapida evoluzione, l’ex Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha lanciato un severo monito sull’attuale stato di salute dell’Unione Europea. Durante la conferenza “A un anno dal rapporto Draghi”, tenutasi a Bruxelles, Draghi ha espresso profonda preoccupazione per la lentezza e l’inazione che caratterizzano le risposte dell’UE alle sfide economiche e geopolitiche emergenti. La sua analisi impietosa dipinge un quadro in cui il modello di crescita europeo è in declino, le vulnerabilità aumentano e la capacità di finanziare gli investimenti necessari è incerta.
Draghi ha sottolineato come, nell’ultimo anno, le sfide si siano acuite, evidenziando la dipendenza da paesi terzi e la lentezza del progresso economico. Ha criticato apertamente le politiche commerciali protezionistiche degli Stati Uniti, che hanno imposto i dazi più elevati dai tempi dello Smoot-Hawley Act, e la crescente concorrenza della Cina, il cui surplus commerciale con l’UE è aumentato di quasi il 20% in un solo anno.

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Tecnologia, energia e settore auto: i nodi cruciali per la competitività europea

L’ex premier italiano ha individuato tre aree prioritarie per rilanciare la competitività europea: colmare il divario di innovazione nelle tecnologie avanzate, tracciare un percorso di decarbonizzazione che sostenga la crescita e rafforzare la sicurezza economica. Per quanto concerne il fronte tecnologico, Draghi ha esortato una radicale semplificazione del GDPR, affermando che esso ostacola l’avanzamento dell’intelligenza artificiale, e ha suggerito una revisione dell’AI Act, con la sospensione della sua seconda fase per i sistemi considerati ad alto rischio. Ha inoltre sollecitato la creazione di un “28esimo regime” per le imprese innovative e un maggiore coordinamento negli investimenti militari, con regole antitrust che favoriscano i consolidamenti industriali.

Il settore energetico rappresenta un altro collo di bottiglia per la competitività europea. Draghi ha evidenziato come i prezzi del gas naturale nell’UE siano ancora quasi quattro volte superiori a quelli degli Stati Uniti, e i prezzi industriali dell’elettricità più che doppi. Per superare questa criticità, ha proposto di migliorare il funzionamento dei mercati del gas, allentare il legame tra gas e prezzi dell’elettricità, e accelerare gli investimenti nelle energie rinnovabili.

Infine, Draghi ha espresso forti dubbi sulla fattibilità dell’obiettivo UE di vendere solo auto elettriche dal 2035. Ha sottolineato come i presupposti su cui si basava tale obiettivo – investimenti nelle infrastrutture di ricarica, crescita del mercato interno, sviluppo delle industrie di batterie e chip – non si siano concretizzati. A suo avviso, attenersi rigidamente a tale scadenza potrebbe rivelarsi irrealizzabile e rischia di favorire i concorrenti, in particolare quelli cinesi.

Politica industriale e difesa: le leve per la sovranità economica

Draghi ha insistito sulla necessità di una politica industriale attiva per ridurre le dipendenze e difendersi dalla concorrenza sleale. Ha criticato l’attuale approccio europeo, caratterizzato da sforzi nazionali non coordinati e da una fiducia eccessiva nelle forze di mercato. A suo giudizio, l’Unione Europea deve sviluppare la capacità di proteggersi e di opporsi alle pressioni nei settori chiave, quali la difesa, l’industria pesante e le tecnologie che definiranno il futuro.

Per raggiungere questo obiettivo, Draghi ha proposto tre leve: un nuovo approccio al coordinamento degli aiuti di Stato, un utilizzo strategico degli appalti pubblici e una revisione delle politiche della concorrenza. Ha evidenziato come gli aiuti di Stato, se non armonizzati, possano degenerare in una forma di protezionismo, limitando le attività all’interno dei confini nazionali piuttosto che promuovere la formazione di industrie europee in grado di competere a livello globale. Ha inoltre evidenziato come gli appalti pubblici, pari al 16% del PIL dell’UE, possano essere utilizzati per creare una domanda stabile per l’innovazione e rafforzare i settori strategici. Infine, ha auspicato una politica della concorrenza che promuova il consolidamento e l’innovazione, soprattutto nei settori della difesa e dello spazio.

Un’Europa più audace: superare i tabù per un futuro di prosperità

L’analisi di Mario Draghi è un campanello d’allarme per l’Europa. La sua visione richiede un cambio di passo radicale, un superamento dei tabù storici e una maggiore audacia nelle scelte politiche ed economiche. L’UE deve agire con velocità, scala e intensità, concentrando le risorse dove l’impatto è maggiore e ottenendo risultati in tempi brevi. Solo così potrà affrontare le sfide del presente e costruire un futuro di prosperità e sovranità economica.

Amici, riflettiamo un attimo su quanto detto da Draghi. La difesa dei consumatori, soprattutto in un’economia sempre più connessa, passa anche attraverso la capacità dell’Europa di competere a livello globale. Un’economia forte e innovativa significa prodotti migliori, prezzi più competitivi e maggiore scelta per noi consumatori.

Una nozione base di difesa del consumatore è che la concorrenza è fondamentale per un mercato sano. Se le aziende europee non sono in grado di competere con quelle americane o cinesi, alla fine saremo noi consumatori a pagarne le conseguenze.

Ma c’è anche una nozione più avanzata da considerare: la sovranità economica. Se l’Europa dipende troppo da altri paesi per le tecnologie chiave o per l’energia, la nostra capacità di proteggere i diritti dei consumatori e di garantire un futuro sostenibile sarà compromessa.

Quindi, la prossima volta che sentite parlare di competitività europea, pensate a come questa influisce direttamente sulla vostra vita di consumatori. Un’Europa forte e indipendente è un’Europa che può proteggere meglio i vostri interessi.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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