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- Il 61,9% dei contribuenti del Friuli guadagna meno di 24.830€.
- Trieste: reddito medio di 27.300€, Gorizia sotto la media nazionale.
- Pressione fiscale al 42,7%, in lieve aumento rispetto al 2024.
L’analisi della CGIA di Mestre rivela disparità significative nel reddito e nella pressione fiscale in Italia, con un focus particolare sul Friuli Venezia Giulia. Lo studio, basato sui dati IRPEF del 2023, evidenzia come il 61,9% dei contribuenti in regione (circa 591.182 individui) guadagni meno del reddito medio nazionale di 24.830 euro. Ciononostante, il Friuli Venezia Giulia si colloca al sesto posto per il reddito medio regionale, raggiungendo i 25.740 euro.
Disparità Regionali e Pressione Fiscale
All’interno della regione, emergono ulteriori differenze. Trieste si distingue come la provincia più ricca, con un reddito medio di 27.300 euro, mentre Gorizia registra il valore più basso, inferiore alla media nazionale, con 24.095 euro. Udine e Pordenone si attestano su una media di 25.500 euro.
Per quanto riguarda la pressione fiscale, Udine presenta un prelievo medio di 5.513 euro, superiore a quello di Pordenone (5.359 euro). Gorizia registra il valore più basso (4.938 euro), ma è fondamentale considerare la proporzione rispetto al reddito complessivo medio. Trieste, pur essendo la più ricca, è anche la più tassata della regione.
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Il Quadro Nazionale: Milano in Testa, Sud Sardegna all’Ultimo Posto
A livello nazionale, i contribuenti IRPEF superano i 42,5 milioni, suddivisi tra lavoratori dipendenti (23,8 milioni), pensionati (14,5 milioni), lavoratori autonomi (1,6 milioni) e percettori di altri redditi (1,6 milioni). Milano si conferma la città con il reddito più alto (33.604 euro) e la maggiore pressione fiscale (8.846 euro). All’estremo opposto, i contribuenti della Sud Sardegna sono i meno tassati, con un prelievo di soli 3.619 euro a fronte di un reddito medio di 18.538 euro.
La CGIA di Mestre evidenzia che esiste una chiara corrispondenza tra le zone geografiche caratterizzate da un carico fiscale più elevato e quelle che vantano entrate maggiori. Va inoltre notato che, nelle località con una tassazione più incisiva, si riscontra solitamente una superiore qualità e una più ampia disponibilità di servizi pubblici, come i trasporti, le infrastrutture sociali, l’istruzione, la cultura, lo sport e le opportunità ricreative.

Il Divario Nord-Sud e la Pressione Fiscale Complessiva
Lo studio evidenzia un divario significativo tra Nord e Sud del Paese, sia in termini di reddito che di tassazione. La prima area del Mezzogiorno per livello di prelievo IRPEF e reddito complessivo medio è la Città Metropolitana di Cagliari, che si posiziona rispettivamente al 25° e 46° posto nella classifica nazionale.
Nelle regioni del Sud e delle Isole, la percentuale di contribuenti con un reddito inferiore alla media nazionale (24.830 euro nel 2023) supera il 70%, con la Calabria che registra il dato più critico (77,7%).
La pressione fiscale in Italia, stimata nel Documento di Economia e Finanza del 2025, è del 42,7%, in lieve aumento rispetto al 2024. Tuttavia, la CGIA sottolinea che questo incremento non è dovuto a un aumento delle tasse, ma a una serie di novità legislative di natura economica.
Qualità dei Servizi e Redistribuzione della Ricchezza: Un’Analisi Approfondita
La correlazione tra pressione fiscale e qualità dei servizi pubblici solleva interrogativi importanti sulla redistribuzione della ricchezza e sull’equità del sistema fiscale. Se da un lato è vero che le aree con maggiore imposizione fiscale beneficiano di servizi più efficienti, dall’altro è necessario valutare se il prelievo sia proporzionato alla capacità contributiva dei cittadini e se le risorse siano effettivamente utilizzate per migliorare la qualità della vita di tutti, soprattutto delle fasce più deboli della popolazione.
Inoltre, è fondamentale considerare l’impatto delle politiche fiscali sulla crescita economica e sulla competitività delle imprese. Un sistema fiscale troppo oneroso potrebbe disincentivare gli investimenti e l’innovazione, penalizzando lo sviluppo del Paese nel lungo periodo.
Verso un Sistema Fiscale Più Equo e Sostenibile
Analizzando questi dati, è chiaro che il tema della pressione fiscale e della distribuzione del reddito è cruciale per il benessere economico e sociale del nostro Paese.
Una nozione base di difesa del consumatore, in questo contesto, è la consapevolezza dei propri diritti e la capacità di valutare criticamente le informazioni disponibili. Un consumatore informato è in grado di comprendere meglio il sistema fiscale e di partecipare attivamente al dibattito pubblico, contribuendo a promuovere politiche più eque e sostenibili.
Una nozione avanzata riguarda invece la capacità di analizzare i dati economici e fiscali, individuando le criticità e proponendo soluzioni concrete. Questo richiede una conoscenza approfondita del sistema tributario e delle sue implicazioni, nonché la capacità di collaborare con esperti e istituzioni per sviluppare proposte innovative.
Riflettiamo, quindi, su come il nostro sistema fiscale possa essere migliorato per garantire una maggiore equità e sostenibilità, promuovendo al contempo la crescita economica e il benessere di tutti i cittadini.