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- L'ets includerà emissioni da incenerimento, 55 MtCO2 stimate nel 2021.
- Costi incenerimento aumenteranno fino al +142% in Italia entro il 2040.
- Creazione di 11.600-21.700 posti di lavoro nel riciclo entro il 2040.
L’estensione del sistema europeo di scambio di quote di emissione (ETS) agli impianti di incenerimento dei rifiuti potrebbe segnare una svolta cruciale per le politiche ambientali del continente, generando conseguenze di vasta portata per il clima, l’occupazione e l’economia circolare. Un recente studio commissionato da Zero Waste Europe (ZWE) e Reloop, e realizzato da CE Delft, ha valutato i possibili vantaggi derivanti dall’integrazione dell’incenerimento dei rifiuti nel sistema ETS, ad oggi escluso da tale meccanismo.
Valutazione dei benefici climatici e occupazionali
Il sistema EU ETS, operativo dal 2005, applica un costo alle emissioni di CO2 per settori chiave come l’energia e l’industria. L’esclusione dell’incenerimento dei rifiuti urbani ha rappresentato una lacuna, considerando il suo potenziale impatto sull’alterazione climatica. Lo studio di CE Delft ha analizzato gli effetti di un’eventuale inclusione a partire dal 2028, con l’intento di incentivare il riciclo e la riduzione dei rifiuti.
L’analisi considera due scenari distinti:
_Scenario “Fossile CO2” (FC):_ In questa proiezione, l’ETS si applicherebbe unicamente alle emissioni di CO2 di origine fossile derivanti dalla combustione dei rifiuti, ovvero quelle provenienti da materiali come plastiche, tessuti sintetici e altri prodotti derivati dal petrolio. La componente biogenica, come carta, scarti alimentari e legno, sarebbe esclusa in quanto considerata a “emissioni neutre”.
In questo scenario, si stimano emissioni pari a circa 31 MtCO2 (dato di riferimento 2021). _Scenario “Fossile e Biogenico CO2” (FBC):_ Nell’alternativa FBC, il sistema ETS ingloberebbe la totalità delle emissioni di CO2 generate dall’incenerimento, incluse quelle di provenienza biologica.
In questo caso, le emissioni stimate raggiungono le 55 MtCO2 (dato di riferimento 2021).

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Impatto sui costi e incentivi al riciclo
L’integrazione dell’incenerimento nel sistema ETS determinerebbe un innalzamento dei costi per le imprese del settore rifiuti, che dovrebbero acquistare permessi di emissione per ogni tonnellata di CO2 rilasciata. Secondo lo studio, questo costo supplementare _stimolerebbe la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti_, rendendoli più convenienti rispetto all’incenerimento.
Allo stato attuale, i costi di raccolta e incenerimento si attestano intorno ai 155-170 €/tonnellata in paesi quali Belgio, Italia e Paesi Bassi. Al 2030, nello scenario CO2 fossile (con un prezzo ETS di 108 €/t), si prospettano incrementi del +27% nei Paesi Bassi, +61% in Italia e +32% in Belgio. Entro il 2040 (con un prezzo ETS di 184 €/t), gli aumenti diventerebbero ancora più marcati: +46% nei Paesi Bassi, +104% in Italia e +54% in Belgio. Nel contesto fossile e biogenico (FBC), gli incrementi potrebbero arrivare fino al +142% in Italia entro il 2040.
Per i rifiuti commerciali e industriali, i costi attuali si aggirano intorno ai 130-150 €/tonnellata (ad esempio, in Belgio). Si prevedono, per il 2030, aumenti del +37% (FC) o +71% (FBC), mentre al 2040 gli incrementi sarebbero del +63% (FC) o +121% (FBC).
Benefici ambientali e occupazionali
Lo studio mette in luce che l’inclusione dell’incenerimento nell’ETS comporterebbe una notevole contrazione delle emissioni di CO2. Si prevede una riduzione di 4-7 milioni di tonnellate nel 2030, con un potenziale aumento fino a 18-32 milioni di tonnellate nel 2040. Tali riduzioni deriverebbero dalla combinazione di una migliore selezione e recupero dei materiali, dalla prevenzione della produzione di rifiuti e dall’implementazione di tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS).
Un altro elemento chiave è l’impatto sull’occupazione. Lo spostamento dall’incenerimento al riciclaggio genererebbe un numero consistente di nuovi posti di lavoro, stimati tra 8.700 e 16.400 entro il 2030 e tra 11.600 e 21.700 entro il 2040. Ciò è riconducibile al fatto che il settore del riciclaggio necessita di una forza lavoro decisamente maggiore rispetto alla sola combustione dei rifiuti.
La ricerca suggerisce che l’aumento dei costi di gestione dei rifiuti per privati e aziende potrebbe essere compensato mediante il riutilizzo dei proventi derivanti dalle aste di CO2. Si sottolineano, inoltre, benefici indiretti, come la diminuzione nella produzione di inquinanti (NOx, diossine, furani) e una riduzione delle ceneri da incenerimento (attualmente 12-16 Mt/anno), con conseguenti minori rischi di rilascio di metalli pesanti.
Verso un’economia circolare più resiliente
_L’inclusione dell’incenerimento nel sistema ETS rappresenta un passo fondamentale per rafforzare la resilienza dell’Europa e ridurre la sua impronta di carbonio_. Prove convergenti dimostrano che i rifiuti destinati all’incenerimento contengono una parte rilevante di materiali da imballaggio di valore, che potrebbero essere recuperati e reintrodotti nel ciclo produttivo.
Per massimizzare l’efficacia, lo studio raccomanda l’attuazione di politiche sinergiche, come l’imposizione di un contenuto minimo di materiale riciclato nella plastica, un’applicazione più estesa delle tariffe “Pay-as-you-throw” (PAYT) e un potenziamento dei sistemi di responsabilità estesa del produttore (EPR).
Un Futuro Sostenibile: Consapevolezza e Azione
In sintesi, l’inclusione dell’incenerimento dei rifiuti nel sistema ETS dell’UE si configura come una strategia promettente per promuovere un’economia circolare più efficiente e sostenibile. Ma cosa significa tutto questo per noi, consumatori?
Una nozione base di difesa del consumatore in questo contesto è la consapevolezza dell’impatto ambientale dei nostri consumi. Ogni volta che acquistiamo un prodotto, dovremmo chiederci se è riciclabile, riutilizzabile o se proviene da fonti sostenibili.
Una nozione avanzata è quella di esercitare il nostro potere di consumatori per influenzare le politiche aziendali. Possiamo scegliere di supportare aziende che si impegnano attivamente nella riduzione dei rifiuti e nell’adozione di pratiche sostenibili, e possiamo far sentire la nostra voce attraverso petizioni, campagne di sensibilizzazione e azioni di boicottaggio.
La transizione verso un’economia circolare richiede un impegno collettivo, che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e un’azione responsabile possiamo costruire un futuro più sostenibile per noi e per le generazioni future.