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- Correzioni fiscali per 5 punti percentuali sul PIL in Argentina.
- Oltre 340 misure deregulatorie implementate dal governo Milei.
- Abolite o modificate 8.935 norme in diversi settori economici.
Sotto il comando del presidente Javier Milei, l’Argentina si trova ora ad affrontare una trasformazione economica sostanziale tramite riforme drastiche. *La figura chiave in questo processo è quella del ministro della Deregolamentazione, Federico Sturzenegger, incaricato di dirigere un’eccezionale ondata di deregolamentazione. La finalità principale consiste nel comprimere le spese pubbliche, eliminando al contempo i freni burocratici per stimolare così concorrenza ed innovatività che possono favorire una ripresa significativa nell’economia.
Questa attuazione avviene in uno scenario drammatico: un paese prossimo all’insolvenza ed afflitto dall’iperinflazione sostenuta dal governo uscente. Con una promessa ardimentosa, Milei punta a mutare tale rotta mediante programmi stravolgenti che hanno già dato segni incoraggianti. Si notano tra questi: correzioni fiscali ammontanti a 5 punti percentuali sul PIL; aumento significativo dell’attivo finanziario già durante i primi trenta giorni; comportamenti favorevoli nell’influenza sui tassi d’inflazione tradizionali e sull’indice di povertà.
Nondimeno, la strada verso questa metamorfosi rimane costellata da varie insidie. Un marcato rallentamento dell’economia ha caratterizzato gli ultimi tempi, mentre la Banca centrale si trova in difficoltà nel creare le necessarie riserve. Le misure restrittive sulla spesa pubblica cominciano a rivelare i loro effetti e, allo stesso tempo, vari scandali di corruzione contribuiscono a minare l’immagine del governo. Inoltre, le ultime consultazioni nella provincia di Buenos Aires hanno portato a un evidente colpo per il partito guidato da Milei, segnando una sconfitta sostanziosa.

La filosofia della deregolamentazione
Sturzenegger, economista formatosi al MIT, è un convinto sostenitore del libero mercato e della deregolamentazione. La sua filosofia si basa sulla convinzione che la burocrazia e la regolamentazione eccessiva soffocano l’iniziativa privata, ostacolano la crescita economica e favoriscono la corruzione.
“I legislatori, focalizzandosi sulle potenziali sventure derivanti dalla libertà individuale, non considerano affatto le opportunità che la burocrazia stessa sopprime,” afferma Sturzenegger. La deregolamentazione, al contrario, è vista come una politica a favore delle piccole e medie imprese (PMI), che sono le più penalizzate dai costi fissi della burocrazia.
Un esempio concreto di questa filosofia è la rimozione del divieto di internet satellitare in Argentina. In precedenza, una grande conglomerata della comunicazione aveva ottenuto dal governo il divieto di internet satellitare, impedendo a molte persone, soprattutto nelle aree rurali, di accedere a internet. Milei ha bloccato la spesa e tolto il divieto, consentendo a Starlink di raggiungere 250.000 clienti in un paese di 10 milioni di famiglie.
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Il metodo della deregolamentazione
L’amministrazione Milei ha messo in atto oltre 340 misure deregulatorie, comportando l’abolizione o la modifica complessiva di 8.935 norme nelle più svariate aree economiche. Tale conseguimento scaturisce da uno sforzo metodico avviato ben due anni prima delle elezioni presidenziali; durante questa fase preliminare, Sturzenegger insieme a un gruppo selezionato composto da economisti e giuristi si è dedicato alla revisione dell’intero ordinamento legislativo argentino al fine d’individuare quali leggi fosse opportuno mantenere piuttosto che annullare o riformulare.
Tra i metodi adottati per identificare i segmenti suscettibili d’intervento vi è la pratica d’inviare email ai cittadini invitandoli a far presente quali normative risultassero problematiche per l’attività commerciale quotidiana. Un’altra strategia consiste nell’analizzare i forti scostamenti nei prezzi: ad esempio, qualora un prodotto costasse tre volte tanto rispetto al medesimo articolo venduto in Italia si evince chiaramente esista una distorsione meritevole d’attenzione.
Sturzenegger illustra con tono ironico il racconto relativo a un agricoltore specializzato nella produzione d’angurie che evidenziava come l’agenzia governativa imponesse modalità specifiche per confezionarle – modalità difformi dalle aspettative del proprio acquirente finale. Per aggirare tale ostacolo normativo e consentire l’esportazione della merce secondo i voleri del mercato estero, egli escogitò uno stratagemma curiosissimo: imballò inizialmente le angurie rispettando rigorosamente quanto stabilito dall’autorità statale; successivamente pianificò il trasferimento attraverso il porto accompagnandole con altrettanta ingegnosità… inviasse ulteriore equipaggiamento affinché operai addetti provvedessero ad adattarne successivamente gli imballaggi conformemente alla richiesta originaria della clientela.
Quale futuro per l’Argentina?
La proposta politica avanzata da Milei poggia su una scommessa audace: ovvero quella secondo cui le persone scelgono la libertà rispetto alla sicurezza. Nonostante ciò, Sturzenegger riconosce come il desiderio di sicurezza sia un istinto intrinseco all’essere umano e come la libertà possa infondere nei soggetti uno stato di vertigine disorientante. Nel caso specifico dell’Argentina però, il crollo del sistema statalista è stato così devastante da indurre i cittadini a scartare tale offerta in favore della ricerca di alternative innovative.
Perciò, il governo Milei affronta ora una sfida cruciale: dimostrare concretamente l’efficacia delle proprie politiche. Attualmente l’inflazione mostra segni tangibili di un calo sistematico; stiamo assistendo all’avvio verso un regime dei tassi variabili; vi è poi una riduzione della povertà; infine sembra emergere con vigore anche la ripresa economica. Tutto ciò costituisce pur sempre un cammino incerto dove nulla appare garantito per il futuro dell’Argentina.
Oltre la crisi: un nuovo paradigma per il consumatore argentino
Nel contesto attuale dell’Argentina, caratterizzato da un cambiamento economico profondo e incisivo, emerge come imprescindibile per gli individui comprendere appieno non solo i propri diritti ma anche le possibilità offerte dalla deregulation. Fondamentalmente la tutela del consumo implica il principio secondo cui ogni individuo può esercitare liberamente la propria preferenza fra molteplici alternative riguardanti beni o servizi. Idealmente quindi la deregulation potrebbe potenziare tale libertà decisionale presentando una gamma più ricca sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo e a costi maggiormente competitivi.
Ciononostante, risulta cruciale rendere nota l’importanza della consapevolezza circa le insidie legate a una riduzione della supervisione normativa. Approfondendo ulteriormente l’argomento della protezione dei diritti degli acquirenti, si può enunciare l’idea per cui è essenziale per il consumatore avere accesso a informazioni chiare ed esaustive riguardanti aspetti quali le specifiche tecniche, le evidenze inerenti ai rischi oltre ai costi associati ai vari beni o servizi selezionati. Soprattutto in un ambiente dove la deregulation regna sovrana, diventa indispensabile affinché gli acquirenti possano effettuare scelte illuminate sviluppando capacità critiche rispetto alle comunicazioni ricevute. L’obiettivo primario per il consumatore argentino risulta quello di trasformarsi in un consumatore consapevole e interconnesso, capace di massimizzare le opportunità generate dalla deregolamentazione mantenendo al contempo le necessarie forme di protezione. Ciò implica che le istituzioni debbano adottare misure concrete per assicurare una trasparenza effettiva e l’accessibilità alle informazioni*; dall’altro lato, è imprescindibile che i consumatori stessi si attivino nella loro formazione continua ed esercitino con decisione i propri diritti. Ci poniamo dunque una questione fondamentale: all’interno di uno scenario economico dove la libertà diventa ogni giorno più rilevante, quali strategie possiamo adottare affinché tale libertà non conduca a una riduzione della sicurezza dei consumatori più fragili? Forse la chiave risiede nel ricercare un delicato bilanciamento tra deregulation ed opportunità tutelative; così facendo, potremo garantire che alla libertà nelle scelte corrisponda anche una coscienza collettiva aumentata e responsabilità condivisa.