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- Draghi invoca un "federalismo pragmatico" per l'Europa.
- Cooperazione in tecnologia e difesa, fuori dai lenti meccanismi Ue.
- Integrare con "coalizioni di volenterosi" attorno a interessi strategici.
- Paesi con settori tecnologici solidi concordano su un quadro comune.
- Industrie della difesa all'avanguardia fondono ricerca e sviluppo.
In occasione della cerimonia di conferimento del prestigioso Premio Princesa de Asturias per la Cooperazione Internazionale, tenutasi il 24 ottobre 2025 a Oviedo, Draghi ha manifestato profonde preoccupazioni per il destino dell’Unione Europea, sottolineando come i principi cardine su cui essa si fonda siano costantemente minacciati.
Un’Europa Sotto Pressione
Draghi ha evidenziato la profonda trasformazione del mondo e la difficoltà dell’Europa a produrre risposte efficaci alle nuove sfide globali. Ha ricordato che la prosperità europea è stata costruita su apertura e multilateralismo, mentre oggi si osserva una crescita del protezionismo e di iniziative unilaterali. L’influenza militare, usata come strumento per raggiungere i propri obiettivi, ha preso il posto della capacità diplomatica, un tempo essenziale per la sicurezza europea. Anche il primato europeo nella responsabilità climatica è contestato, con altre nazioni che si sottraggono agli accordi presi, mentre l’Europa continua a sopportare costi sempre maggiori.
La domanda centrale sollevata da Draghi è: “Quanto grave deve diventare una crisi affinché i nostri leader uniscano le forze e trovino la volontà politica di agire?”. Una domanda che risuona con forza in un momento in cui l’Europa sembra incapace di fronteggiare le sfide con la necessaria prontezza e risolutezza.
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La Proposta di un Federalismo Pragmático
Davanti a questa situazione critica, Draghi ha avanzato una soluzione ambiziosa: un “federalismo pragmatico“. Tale modello si fonda su collaborazioni tra Stati in aree strategiche, come tecnologia e difesa, al di fuori dei meccanismi decisionali più lenti dell’Ue. Si parlerebbe di un’integrazione flessibile, realizzata da “coalizioni di volenterosi” attorno a interessi strategici condivisi, accettando che non tutte le nazioni possano progredire alla stessa andatura.

Draghi ha ipotizzato Paesi con settori tecnologici solidi che concordano su un quadro comune per incentivare la crescita delle loro aziende, nazioni con industrie della difesa all’avanguardia che fondono ricerca e sviluppo e stanziano fondi per appalti congiunti, e leader industriali che co-investono in settori fondamentali come i semiconduttori o in infrastrutture di rete per abbassare i costi energetici. Questa strategia permetterebbe ai paesi più dinamici di agire con la stessa velocità, ampiezza ed efficacia delle altre potenze mondiali, immettendo nel contempo nuova energia nel progresso democratico europeo.
Un Nuovo Slancio Democratico
L’adesione a questo federalismo pragmatico esigerebbe che i governi nazionali ottengano il consenso democratico per obiettivi specifici condivisi, trasformando quindi la costruzione europea in un processo dal basso, piuttosto che un’imposizione dall’alto. Chi desidera partecipare sarebbe libero di farlo, mentre coloro che cercano di frenare il progresso non avrebbero più il potere di bloccare gli altri.
Draghi ha concluso il suo discorso con una visione piena di fiducia nell’Europa, un’Europa in cui i giovani vedono il loro futuro, un’Europa che si rifiuta di essere sopraffatta e che agisce non per timore del declino, ma per orgoglio di ciò che può ancora realizzare.
Un’Europa Rinnovata: La Visione di Draghi
La proposta di Draghi rappresenta un’opportunità per l’Europa di rinnovarsi e di affrontare le sfide del futuro con maggiore determinazione e coesione. Il suo appello a un federalismo pragmatico, basato su cooperazioni tra Paesi in settori strategici, potrebbe essere la chiave per superare le divisioni e per costruire un’Europa più forte e competitiva.
L’intervento di Draghi giunge in un momento cruciale per l’Unione Europea, che si trova ad affrontare sfide senza precedenti. La sua visione di un’Europa rinnovata, capace di agire con rapidità e determinazione, offre una speranza per il futuro e un invito all’azione per i leader europei.
Difesa del consumatore: È fondamentale che i consumatori siano consapevoli delle implicazioni delle politiche europee sulla loro vita quotidiana. Un’Europa più forte e coesa può garantire una maggiore tutela dei diritti dei consumatori, promuovendo la concorrenza, l’innovazione e la qualità dei prodotti e dei servizi.
Consumatori connessi: In un mondo sempre più digitale, è essenziale che i consumatori siano informati e consapevoli dei rischi e delle opportunità che derivano dall’utilizzo delle nuove tecnologie. Un’Europa all’avanguardia nella tecnologia può garantire la sicurezza e la protezione dei dati dei consumatori, promuovendo al contempo l’innovazione e la crescita economica.
Economia circolare: L’Europa ha un ruolo cruciale da svolgere nella promozione dell’economia circolare, un modello economico che mira a ridurre gli sprechi e a massimizzare l’utilizzo delle risorse. I consumatori possono contribuire a questo processo scegliendo prodotti e servizi sostenibili, partecipando a iniziative di riciclo e riuso e sostenendo le imprese che adottano pratiche eco-compatibili.
Consumatori consapevoli: Essere consumatori consapevoli significa essere informati, responsabili e attenti alle proprie scelte di consumo. Significa considerare l’impatto ambientale e sociale dei prodotti e dei servizi che acquistiamo, sostenere le imprese che rispettano i diritti dei lavoratori e promuovere un consumo più equo e sostenibile.
Riflessione personale: L’appello di Draghi ci invita a riflettere sul ruolo che ognuno di noi può svolgere nel costruire un’Europa più forte e coesa. Come consumatori, possiamo fare la nostra parte scegliendo prodotti e servizi sostenibili, sostenendo le imprese che adottano pratiche responsabili e partecipando attivamente al dibattito pubblico sulle politiche europee. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo garantire un futuro prospero e sostenibile per l’Europa e per le generazioni future.
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* quale livello di gravità dovrà raggiungere una situazione critica perché i nostri governanti si uniscano e dimostrino la determinazione politica di intervenire?








