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Pensioni erose: cosa puoi fare per proteggere il tuo potere d’acquisto?

Un'analisi del rapporto Cer-Cupla del 2025 rivela come l'inflazione e la tassazione stiano riducendo il valore reale delle pensioni, con conseguenze significative per oltre un milione di pensionati solo in Piemonte. Scopri le possibili soluzioni e come difenderti.
  • Pensioni medio-basse: perdita di 70 euro mensili dal 2009.
  • Pensioni: perdita di oltre 11.200 euro annui per redditi di 1.800 euro.
  • Proposta: bonus IRPEF di 960 euro annui per redditi fino a 15.000 euro.

Erosione del potere d’acquisto delle pensioni: un’analisi approfondita

Negli ultimi quindici anni, i pensionati italiani hanno subito una significativa erosione del loro potere d’acquisto, un fenomeno che colpisce indistintamente sia le fasce di reddito pensionistico più basse che quelle più elevate. Un recente rapporto congiunto di Cer e Cupla del 2025 ha messo in luce come l’inflazione e la tassazione abbiano eroso il valore reale delle pensioni, con conseguenze tangibili sulla vita quotidiana di oltre un milione di persone solo in Piemonte.

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L’impatto sulle pensioni medio-basse

Il rapporto Cer-Cupla evidenzia come anche le pensioni considerate medio-basse, pur beneficiando di un adeguamento annuale all’inflazione, abbiano subito perdite considerevoli. Ad esempio, una pensione lorda di 1.200 euro ha perso circa 70 euro mensili di potere d’acquisto tra il 2009 e il 2025, traducendosi in una perdita annuale di circa 900 euro. Questo significa che i pensionati con redditi già limitati si trovano a dover affrontare spese crescenti con risorse sempre più scarse.

Il ruolo dell’inflazione e della tassazione

La principale causa di questa erosione del potere d’acquisto risiede nell’interazione tra inflazione e prelievo fiscale sui redditi. L’adeguamento delle pensioni all’inflazione, sebbene necessario, spesso spinge i pensionati verso scaglioni IRPEF superiori, aumentando la tassazione e vanificando in parte l’aumento stesso. Questo meccanismo perverso, noto come “drenaggio fiscale”, colpisce duramente i pensionati, soprattutto quelli con redditi medio-alti. Ad esempio, una pensione di 1.800 euro al mese ha subito una perdita di potere d’acquisto di oltre 11.200 euro all’anno. Tra il 2010 e il 2013, una pensione di 2.400 euro mensili lorde ha subito una perdita annuale di potere d’acquisto di circa 2.300 euro, pari a circa il 9%. Per una pensione di 6.600 euro mensili, si registra un decremento di circa il 19%. I cali complessivi registrati in tredici anni presentano cifre impressionanti: 26.000 euro per una pensione lorda di 2.400 euro al mese e ben 52.000 euro per una pensione di 3.600 euro.

Proposte e possibili soluzioni

Di fronte a questa situazione allarmante, emergono diverse proposte per mitigare l’impatto dell’inflazione e della tassazione sulle pensioni. Una delle proposte più concrete è l’introduzione di un bonus IRPEF per i pensionati con redditi compresi tra i 7.800 e i 15.000 euro annui, un’erogazione di 960 euro annui che compenserebbe in parte le perdite subite negli ultimi anni. Tuttavia, questa misura è considerata solo un intervento di emergenza, in attesa di una riforma complessiva del trattamento fiscale delle pensioni che tenga conto delle specificità dei pensionati e che allevi il peso del drenaggio fiscale.

Verso una maggiore tutela del potere d’acquisto dei pensionati

La situazione descritta evidenzia la necessità di una maggiore attenzione alla tutela del potere d’acquisto dei pensionati, una fascia della popolazione particolarmente vulnerabile agli effetti dell’inflazione e della tassazione. È fondamentale che le politiche economiche e fiscali tengano conto delle esigenze dei pensionati, garantendo loro un reddito adeguato e proteggendoli dall’erosione del loro potere d’acquisto.

Una nozione base di difesa del consumatore applicabile a questo contesto è la consapevolezza dei propri diritti. I pensionati devono essere informati sui meccanismi di adeguamento delle pensioni all’inflazione e sui loro diritti in materia di tassazione. Un’azione avanzata potrebbe consistere nel promuovere azioni collettive per far sentire la propria voce e influenzare le politiche pubbliche in materia di pensioni.

Riflettiamo: in un’epoca di crescente incertezza economica, la tutela del potere d’acquisto dei pensionati è un imperativo etico e sociale. Garantire una vecchiaia dignitosa a chi ha contribuito alla crescita del Paese è un dovere di ogni società civile. Non possiamo permettere che l’inflazione e la tassazione erodano il frutto di una vita di lavoro, condannando i pensionati alla povertà e all’emarginazione.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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