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- Solo il 7% delle risorse globali è reimpiegato.
- L'Italia ricicla il 72% dei rifiuti, sopra la media UE.
- Italia: 20% energia rinnovabile, lontano dal 32% UE 2030.
Oggi, 09/10/2025, alle ore 13:01, l’attenzione si focalizza sull’urgenza di ripensare i modelli economici tradizionali, orientandosi verso un’economia circolare che ponga al centro la sostenibilità e la responsabilità sociale. Il modello economico lineare, basato sull’estrazione, produzione, consumo e smaltimento, sta mostrando i suoi limiti, minacciando l’equilibrio del nostro ecosistema.
La Transizione da Economia Lineare a Circolare
L’economia circolare si propone come un’alternativa valida, un sistema che mira a ridurre al minimo gli sprechi e a massimizzare l’utilizzo delle risorse. A differenza del modello lineare, che considera i beni come “usa e getta”, l’economia circolare promuove la riparazione, il riuso, il riciclo, la condivisione e il noleggio. Questo approccio richiede un cambiamento radicale nella progettazione dei prodotti, che devono essere pensati per durare a lungo ed essere facilmente riparabili. Nel 2017, uno studio ha identificato ben 114 definizioni diverse di economia circolare, evidenziando la complessità e la multidisciplinarietà del concetto. Tuttavia, la maggior parte di queste definizioni concorda sull’importanza delle tre “R”: ridurre, riusare e riciclare.

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Principi Fondamentali dell’Economia Circolare
L’economia circolare si fonda su principi che mettono in discussione le modalità di consumo e produzione attuali. Un primo principio è la promozione di modelli di business che favoriscono l’affitto o la condivisione dei beni, come il car-sharing o il bike-sharing. Un secondo principio prevede la diminuzione dell’uso di risorse primarie e non rinnovabili, prediligendo invece l’impiego di materiali di origine biologica, biomasse e fonti energetiche alternative o recuperate. Un terzo pilastro è l’estensione della vita utile dei beni, contrastando l’obsolescenza programmata e favorendo la riparazione e il design modulare. Infine, l’economia circolare mira a generare valore dagli scarti, recuperando il valore materico attraverso il riciclo e, solo in ultima istanza, sfruttando il valore energetico. La direttiva quadro dei rifiuti 2008 dell’Unione Europea sottolinea la priorità della prevenzione della produzione dei rifiuti, seguita dal riutilizzo e solo infine dal riciclo.
La Dimensione Sociale ed Etica
L’economia circolare non è solo una questione tecnica o scientifica, ma anche una questione etica e sociale. È fondamentale che le aziende che adottano pratiche di economia circolare siano anche eque e solidali, tutelando i lavoratori e rispettando i diritti umani. L’economista Kate Raworth, nel suo saggio “L’economia della ciambella”, propone un modello economico che si muove all’interno di limiti planetari e sociali, garantendo la dignità umana e la sostenibilità ambientale. Il cerchio esterno della ciambella rappresenta i limiti planetari, mentre il cerchio interno rappresenta i limiti sociali. Lo spazio tra i due cerchi è lo spazio equo e sicuro in cui l’economia globale dovrebbe operare.
Verso un Futuro Circolare: Sfide e Opportunità
A livello globale, solo il 7% delle risorse utilizzate viene reimpiegato in cicli produttivi, evidenziando la prevalenza del modello lineare. L’Italia, rispetto all’Europa, si distingue per un alto tasso di riciclo dei rifiuti (72%), ma presenta margini di miglioramento nell’utilizzo di materia proveniente dal riciclo. Riguardo alle fonti energetiche rinnovabili, l’Italia si colloca al secondo posto dopo la Spagna, con un tasso di impiego del 20%, benché ciò sia ancora lontano dagli obiettivi europei del 32% prefissati per il 2030. In questo contesto, iniziative come Mercato Circolare, una startup che censisce e promuove le realtà che operano secondo i principi dell’economia circolare, svolgono un ruolo fondamentale nel sensibilizzare i cittadini e le imprese e nel favorire la transizione verso un modello economico più sostenibile.
Un Nuovo Valore per i Beni: Oltre il Prezzo, l’Impatto
L’economia circolare ci invita a superare l’idea che si possa dare un prezzo a ogni cosa, promuovendo una visione in cui il valore dei beni è definito anche dal loro impatto ambientale, sociale ed etico. Questo cambiamento di prospettiva richiede un impegno collettivo, che coinvolga cittadini, imprese e istituzioni, per costruire un futuro in cui la sostenibilità e la giustizia sociale siano al centro del nostro modello economico.
Amici consumatori, riflettiamo insieme: l’economia circolare non è solo una strategia per ridurre l’impatto ambientale, ma un’opportunità per creare un sistema economico più giusto ed equo. Ricordiamoci che ogni nostra scelta di consumo ha un impatto sul pianeta e sulle persone.
Nozione base di difesa del consumatore: Preferire prodotti con imballaggi ridotti o realizzati con materiali riciclati è un piccolo gesto che può fare la differenza.
Approfondiamo ulteriormente: valutare l’impronta ecologica di un prodotto, considerando l’intero ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento, ci permette di fare scelte più consapevoli e responsabili.
Stimoliamo una riflessione personale: cosa possiamo fare, nel nostro quotidiano, per contribuire a un’economia più circolare? Quali sono i nostri consumi superflui? Possiamo riparare invece di sostituire? Condividere invece di possedere? Ricordiamoci che ogni piccolo passo conta per costruire un futuro più sostenibile per tutti.