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- Lajatico: Reddito pro capite superiore a 61.000 euro, un'eccezione statistica.
- Amiata: Crisi con la chiusura di attività e calo del reddito.
- Borghi: Iniziative di economia circolare per un modello sostenibile.
Disparità economiche in Toscana: un confronto tra Lajatico e l’Amiata
La regione Toscana, rinomata per la sua bellezza e il suo patrimonio culturale, presenta al suo interno notevoli contrasti economici. Da un lato, troviamo Lajatico, un comune che spicca per il suo elevato reddito pro capite, grazie alla concentrazione di ricchezza nelle mani di una ristretta élite. Dall’altro, si ergono i borghi amiatini, che combattono strenuamente contro la crisi economica, lo spopolamento e l’invecchiamento demografico. Questo divario solleva interrogativi fondamentali sul modello di sviluppo adottato, sulle pratiche di consumo consapevole e sul futuro delle zone interne.
Lajatico, con un reddito pro capite superiore a 61.000 euro, si configura come un’eccezione statistica, un caso in cui la ricchezza è concentrata in un numero limitato di contribuenti. Tuttavia, questo dato, seppur positivo, non deve oscurare le difficoltà che affliggono altre aree della regione. È essenziale considerare che tale valore è influenzato dalla presenza di una ristretta cerchia di persone con redditi elevati, che distorcono la media complessiva a causa del numero ridotto di residenti. Questo aspetto evidenzia la necessità di analizzare i dati economici con attenzione, tenendo conto delle specificità di ogni territorio.
Al contrario, Abbadia San Salvatore, un borgo amiatino che in passato prosperava grazie alle attività minerarie e alle pensioni dei minatori, si trova oggi ad affrontare la chiusura di attività commerciali e una diminuzione considerevole del reddito pro capite. Secondo Damiano Romani, esponente della Confesercenti Amiata, il paese è scivolato nelle ultime posizioni della classifica dei redditi medi nel senese, un segnale allarmante di una crisi profonda. La crisi del settore della pelletteria, un tempo motore dell’economia locale, e la diminuzione del turismo, con la trasformazione di alberghi in centri di accoglienza, contribuiscono ad aggravare la situazione. Romani sottolinea come il calo del turismo sia dovuto anche al fatto che i visitatori, spesso di passaggio, spendono poco nel territorio, preferendo esplorare le zone limitrofe come la Val d’Orcia. Questi fattori combinati delineano un quadro complesso, in cui le sfide economiche si intrecciano con dinamiche sociali e territoriali.
Consumo consapevole: una risposta alla crisi?
Di fronte a questa realtà, è imperativo interrogarsi sul significato del consumo consapevole. Possiamo continuare a perseguire un modello di sviluppo basato sulla crescita illimitata e sulla concentrazione della ricchezza, oppure dobbiamo abbracciare un approccio più sostenibile ed equo? Il consumo critico, che include il commercio equo-solidale e il riciclo, si presenta come una risposta necessaria.
Nei borghi amiatini, si moltiplicano le iniziative di economia circolare e di consumo critico, con l’obiettivo di promuovere un modello di sviluppo più rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali. Queste iniziative mirano a creare un sistema in cui “ogni fine corrisponde a un nuovo inizio“, dove non ci sono “consumatori” ma “utilizzatori” e dove ogni scarto diventa una risorsa. L’economia circolare si basa su principi come il riuso, il riciclo e la rigenerazione delle risorse, offrendo nuove opportunità di crescita e rilancio per le piccole comunità.
Un esempio di queste iniziative è rappresentato dai progetti di turismo sostenibile, che valorizzano le peculiarità del territorio e promuovono un’economia a chilometro zero. Inoltre, diverse realtà locali stanno investendo nel recupero di antichi mestieri e nella produzione di prodotti artigianali di alta qualità, creando nuove opportunità di lavoro e contrastando lo spopolamento. Queste iniziative rappresentano un tentativo di coniugare tradizione e innovazione, creando un modello di sviluppo che sia al tempo stesso sostenibile e radicato nel territorio.

Iniziative e prospettive per il futuro
La sfida cruciale consiste nel trasformare la crisi in un’opportunità, riscoprendo i valori della solidarietà e della cooperazione e costruendo un futuro in cui il benessere non sia un privilegio di pochi, ma un diritto di tutti. Il paradosso di Lajatico e dei borghi amiatini ci ricorda che la crescita economica non è un fine in sé, ma deve essere accompagnata da una maggiore consapevolezza ambientale e da un impegno concreto per la giustizia sociale. Solo in questo modo sarà possibile garantire un futuro sostenibile per la Toscana e per l’intero Paese.
L’Itinerant Smart Meeting, dal titolo “Benvenuti a Borgo. Il ri-Scatto sostenibile dei piccoli comuni italiani”, tenutosi l’8 maggio 2025 a Sutri, ha rappresentato un’importante occasione di confronto tra associazioni, istituzioni, imprese e università. L’evento, organizzato da ECOmmunity in collaborazione con il Touring Club Italiano Bandiere Arancioni e l’Associazione I Borghi più Belli d’Italia, ha posto l’accento sul binomio inscindibile tra borghi e sostenibilità nelle politiche di crescita nazionali ed europee. Durante il meeting, sono state presentate diverse iniziative e best practice territoriali, con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo sostenibile e valorizzare il patrimonio culturale italiano.
Tra le esperienze di successo presentate, spiccano i progetti di rigenerazione e valorizzazione sostenibile dei borghi storici, che integrano la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico con l’innovazione. Queste iniziative mirano a creare un circolo virtuoso tra la conservazione delle tradizioni e l’adozione di nuove tecnologie, al fine di promuovere uno sviluppo economico e sociale sostenibile.
Oltre il paradosso: un modello di sviluppo più umano
Il contrasto tra la ricchezza di Lajatico e le difficoltà dell’Amiata non è solo un problema economico, ma anche etico e sociale. Ci invita a riflettere su cosa significhi veramente progresso e su come possiamo costruire una società più giusta ed equa. Forse, è tempo di superare la logica del PIL come unico indicatore di benessere e di concentrarci su indicatori che misurino la qualità della vita, la sostenibilità ambientale e la coesione sociale.
La sfida è ambiziosa, ma non impossibile. Richiede un cambio di mentalità, un impegno collettivo e una visione di lungo termine. Dobbiamo imparare a consumare in modo più responsabile, a valorizzare i prodotti locali e a sostenere le imprese che investono nella sostenibilità. Dobbiamo riscoprire il valore della comunità, della solidarietà e della cooperazione. Solo così potremo costruire un futuro in cui la Toscana, e l’Italia intera, siano davvero un luogo in cui vale la pena vivere.
È facile sentirsi impotenti di fronte a queste sfide. Ma, come consumatori, abbiamo un potere enorme. Ogni volta che scegliamo un prodotto, un servizio o un’esperienza, stiamo votando per il tipo di mondo in cui vogliamo vivere. Cerchiamo di fare scelte consapevoli, informandoci sull’impatto ambientale e sociale di ciò che acquistiamo. Sosteniamo le imprese che si impegnano per la sostenibilità e il rispetto dei diritti dei lavoratori. Partecipiamo attivamente alla vita delle nostre comunità, promuovendo iniziative di consumo critico e di economia circolare.
Nozione base di difesa del consumatore: Il consumo consapevole implica la conoscenza e la considerazione dell’impatto ambientale e sociale delle proprie scelte di acquisto.
Nozione avanzata di difesa del consumatore: L’economia circolare, applicata ai borghi in crisi, non solo riduce gli sprechi, ma crea nuove opportunità economiche e rafforza l’identità locale.
Siamo parte di un sistema complesso e le nostre azioni, anche le più piccole, possono fare la differenza. Non sottovalutiamo il nostro potere di cambiare il mondo, un acquisto alla volta.