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- Fallimento dei negoziati: nessuna approvazione del trattato globale sulla plastica.
- L'opposizione dei paesi produttori di petrolio ha bloccato l'accordo.
- Il consumo di plastica ha raggiunto i 500 milioni di tonnellate nel 2024.
- Costi sanitari annui legati alla plastica: 1.500 miliardi di dollari.
- Entro il 2060 il consumo di plastica potrebbe superare 1,2 miliardi di tonnellate.
Un Quadro Multilaterale in Crisi
Il contesto del multilateralismo climatico appare compromesso, con la COP30 di Belém, in Brasile, che fa da scenario a riflessioni sulla temporanea inefficacia dei negoziati per un accordo globale sulla plastica. L’assenza di un’intesa in seno all’Intergovernmental Negotiating Committee (INC) ha generato un clima di scoraggiamento, esacerbato dalle dimissioni dell’ambasciatore Luis Vayas Valdivieso, presidente del comitato. Questo evento ha reso imprescindibile una rianalisi profonda e accurata dell’intero processo decisionale.
A distanza di due mesi dall’ultima sessione dell’INC a Ginevra, l’annuncio delle dimissioni di Vayas Valdivieso, motivate da “ragioni personali e professionali”, ha sollevato diversi interrogativi. Durante le attività, il suo operato aveva suscitato critiche da parte di ONG e governi con forti ambizioni ambientali. Ana Rocha, responsabile della politica globale sulla plastica di GAIA, ha giudicato il testo finale presentato “un insulto”, deplorando la mancanza di misure per la diminuzione della produzione e riducendolo a un “trattato debole sulla gestione dei rifiuti”.
Secondo il Guardian, fonti interne all’UNEP avrebbero organizzato una riunione riservata per sollecitare i gruppi della società civile a richiedere la rimozione del presidente. L’UNEP ha dichiarato di non essere a conoscenza della riunione fino a quando non è stata portata all’attenzione dello staff. Ciò nonostante, ha espresso gratitudine a Vayas Valdivieso per il suo servizio.
## Le critiche al Presidente e al processo decisionale
Christina Dixon, dell’Agenzia investigativa ambientale, ha interpretato le dimissioni di Vayas Valdivieso come “un duro promemoria della disfunzionalità” che ha segnato i negoziati. Andres del Castillo del Center for International Environmental Law (CIEL) ha evidenziato che la semplice nomina di un nuovo presidente non basterà a risolvere i problemi, richiedendo una revisione del modo in cui gli INC operano e un ritorno a un processo condotto dagli Stati membri, piuttosto che da un organismo delle Nazioni Unite con una propria agenda.
Del Castillo ha sollecitato trasparenza nella selezione del nuovo presidente e ha precisato che il raggiungimento del consenso non può rappresentare l’unico fine del multilateralismo, specialmente se l’obiettivo è un trattato sulla plastica realmente efficace. La situazione si presenta intricata e richiede un’analisi approfondita delle dinamiche che la caratterizzano.
Dopo oltre tre anni di intense discussioni, la quinta sessione del Comitato Intergovernativo di Negoziazione (INC-5.2) si è conclusa a Ginevra senza un’approvazione definitiva del testo del Trattato globale sulla plastica. L’opposizione dei paesi produttori di petrolio, che insistevano sul riciclo e sulla gestione dei rifiuti invece che sulla limitazione della produzione, ha impedito il raggiungimento di un accordo. Malgrado la partecipazione di oltre 2.600 persone, tra cui delegati di 183 paesi e osservatori di più di 400 organizzazioni, non è stato possibile ottenere un consenso.
Inger Andersen, Direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), ha ammesso le difficoltà, ma ha riaffermato l’impegno dell’UNEP nella lotta contro l’inquinamento da plastica. La sessione ha adottato un approccio metodico, con gruppi di contatto incaricati di affrontare aree chiave come la progettazione della plastica, le sostanze chimiche problematiche, i limiti di produzione, la finanza e la conformità.
p p La bozza originaria, redatta dal presidente del comitato durante la riunione INC, vale a dire l’incontro INC-5.1 tenutosi a Busan, ha costituito l’ossatura su cui si sono fondate le contrattazioni; ciononostante, la versione rivisitata non includeva una soglia alla fabbricazione di polimeri. I paesi esportatori di greggio hanno perseverato nel privilegiare il riciclaggio e lo smaltimento degli scarti, impedendo qualsivoglia avanzamento. L’Arabia Saudita ha dichiarato che entrambe le bozze presentavano delle lacune in termini di equilibrio.
## Le Divergenze e le Prospettive Future
Il Presidente dell’INC, Luis Vayas Valdivieso, ha sospeso la seduta, augurandosi un futuro in cui la comunità internazionale si unirà per proteggere l’ambiente. Tuttavia, sarà difficile trovare un terreno comune tra chi vuole proteggere lo status quo e chi cerca un trattato efficace. Il WWF International ha esortato gli Stati a impiegare ogni strumento procedurale a loro disposizione per l’approvazione del Trattato, inclusi il ricorso al voto o la formazione di una coalizione di maggioranza.
La sessione è stata caratterizzata da un’energica partecipazione della società civile, che ha espresso le proprie istanze attraverso manifestazioni, opere artistiche, conferenze stampa ed eventi collaterali. L’installazione artistica “The Thinker’s Burden” ha attirato l’attenzione sull’impatto dell’inquinamento da plastica sulla salute umana.
I negoziati a Ginevra si sono conclusi con un fallimento, con divergenze sulla riduzione della produzione di plastica e sul controllo dei prodotti problematici. La nuova proposta redatta da Valdivieso non contemplava alcun traguardo di lungo periodo per la restrizione della produzione, una condizione considerata inaccettabile da molti Stati. Le ONG hanno definito il progetto un “pessimo trattato”.
La Svizzera aveva affinato le sue richieste, auspicando un miglioramento della produzione, una sorveglianza dei prodotti problematici e un meccanismo di finanziamento per i paesi in via di sviluppo. Le delegazioni non sono riuscite a trovare un punto d’incontro nemmeno sulla possibilità di considerare i due progetti di testo come base per future discussioni. Il modus operandi del presidente ha provocato un forte malcontento tra numerosi Stati e ONG.
Gli studiosi sostengono che le sfide siano immense. Il consumo di materie plastiche è più che duplicato nell’arco di venticinque anni, raggiungendo i 500 milioni di tonnellate nel 2024, di cui quasi 400 milioni trasformati in rifiuti. Se la situazione attuale dovesse persistere, entro il 2060 il consumo si triplicherebbe, superando 1,2 miliardi di tonnellate. I costi sanitari annui associati all’inquinamento da plastica ammontano a 1.500 miliardi di dollari.
Molti partecipanti ritenevano che i colloqui di Ginevra rappresentassero l’ultima finestra di opportunità per raggiungere un accordo ambizioso. L’Unione Europea non esclude la possibilità di una nuova sessione negoziale, ma avverte che sarà necessario ottenere risultati migliori. Un gruppo di nazioni potrebbe optare per l’avvio di un trattato al di fuori del consueto quadro delle Nazioni Unite, ma la sua efficacia sarebbe ridotta dall’assenza dei principali paesi produttori di petrolio.

## Verso un Futuro Sostenibile: Riflessioni e Azioni Necessarie
Il fallimento dei negoziati sul trattato globale sulla plastica rappresenta un campanello d’allarme per la comunità internazionale. È fondamentale che i consumatori siano consapevoli dell’impatto ambientale della plastica e adottino comportamenti responsabili, come ridurre il consumo di prodotti confezionati in plastica, riciclare correttamente e sostenere iniziative di economia circolare. *La consapevolezza e l’azione individuale sono cruciali per affrontare questa sfida globale.
Un concetto base di difesa del consumatore applicabile in questo contesto è il diritto all’informazione. I consumatori hanno il diritto di essere informati in modo chiaro e trasparente sull’impatto ambientale dei prodotti che acquistano, compresi i materiali di imballaggio. Questa informazione consente ai consumatori di fare scelte più consapevoli e di sostenere prodotti e aziende che adottano pratiche sostenibili.
Un concetto avanzato di difesa del consumatore riguarda la responsabilità estesa del produttore (EPR)*. Questo principio implica che i produttori sono responsabili della gestione dei rifiuti derivanti dai loro prodotti, compresi i costi di raccolta, riciclaggio e smaltimento. L’EPR incentiva i produttori a progettare prodotti più sostenibili e a ridurre l’uso di plastica.
Riflettiamo: cosa possiamo fare concretamente nella nostra vita quotidiana per ridurre il nostro impatto ambientale legato alla plastica? Quali sono le alternative sostenibili che possiamo adottare? E come possiamo influenzare le decisioni delle aziende e dei governi per promuovere un futuro più sostenibile?
Amici, la questione della plastica è un tema che ci tocca da vicino. Pensateci un attimo: quante volte al giorno utilizziamo oggetti in plastica? E cosa succede a questi oggetti una volta che li abbiamo usati? La verità è che la plastica è diventata una parte integrante della nostra vita, ma è arrivato il momento di cambiare rotta. Dobbiamo diventare consumatori più consapevoli, informandoci, scegliendo prodotti sostenibili e facendo pressione sulle aziende e sui governi per promuovere un’economia circolare. Solo così potremo proteggere il nostro pianeta e garantire un futuro migliore per le prossime generazioni.
- Analisi dei partecipanti ai negoziati sul trattato sulla plastica da parte di GAIA.
- Pagina Wikipedia sul trattato, fornisce contesto e informazioni generali utili.
- Pagina ufficiale dell'UNEP sull'Intergovernmental Negotiating Committee per l'inquinamento da plastica.
- Analisi CIEL sull'impatto della sentenza ICJ nei negoziati del trattato plastica.








