E-Mail: [email protected]
- Ogni anno, tonnellate di plastica inquinano mari, fiumi e laghi.
- Il principio del consenso blocca l'adozione di misure efficaci.
- Un trattato senza consenso può essere efficace con misure commerciali.
Il mondo sta affrontando una problematica ambientale senza precedenti: la contaminazione da plastica. Annualmente, masse ingenti di plastica si riversano in mari, fiumi e laghi, mettendo a repentaglio la fauna marina, la salute umana e l’armonia degli ecosistemi. Per contrastare questa crisi su scala globale, le nazioni si sono unite per negoziare un accordo internazionale obbligatorio, con l’obiettivo di eliminare l’inquinamento plastico in tutte le sue manifestazioni. Tuttavia, le trattative si sono dimostrate complesse e irte di difficoltà, con il serio rischio di un insuccesso che potrebbe avere ripercussioni disastrose sul futuro del nostro pianeta.
L’iter negoziale, gestito dal Comitato intergovernativo di negoziazione (INC), è stato segnato da profonde discrepanze tra gli Stati membri. Da un lato, si evidenzia una maggioranza di nazioni che appoggia un trattato ambizioso, con obiettivi vincolanti per la diminuzione della produzione di plastica, la regolamentazione delle sostanze chimiche nocive e il supporto economico ai Paesi in via di sviluppo. Dall’altro lato, una minoranza di Paesi, principalmente produttori di petrolio e derivati, si oppone a misure eccessivamente rigorose, sfruttando il principio del consenso per impedire ogni effettivo avanzamento.

Il Dilemma del Consenso: Un Ostacolo al Progresso
Il principio del consenso, che esige l’unanimità per l’adozione di decisioni rilevanti, si è rivelato un’arma a doppio taglio. Se da un lato favorisce la partecipazione e l’integrazione di tutti i Paesi membri, dall’altro concede un’autorità sproporzionata a una minoranza nel bloccare iniziative condivise dalla maggioranza. In questo contesto, le nazioni che producono petrolio e polimeri hanno utilizzato il consenso per ostacolare l’adozione di provvedimenti ambiziosi, compromettendo l’efficacia del trattato.
Come ha sottolineato Joan Marc Simon, fondatore di Zero Waste Europe, il consenso può trasformarsi in uno strumento che “dà un incredibile potere a una minoranza di bloccare il processo o di trascinare la maggioranza al minimo comune denominatore”. Questa situazione ha portato a una paralisi dei negoziati, con un dispendio di tempo ed energie in discussioni procedurali piuttosto che in progressi concreti sui contenuti del trattato.
- Finalmente un articolo che fa chiarezza sulla gravità della situazione! 👏......
- Trovo che l'articolo sia troppo catastrofico e ignori i progressi... 😒...
- E se il problema non fosse solo la plastica, ma il nostro modello...? 🤔......
La Necessità di un Cambio di Rotta: Voto o Coalizione di Maggioranza
Di fronte all’impasse negoziale, diverse organizzazioni non governative (ONG) e alcuni Paesi membri hanno lanciato un appello per un cambio di direzione. La Global Alliance for Incinerator Alternatives (GAIA) ha espresso rammarico per il fatto che, sebbene numerose nazioni abbiano manifestato disappunto per la mancanza di passi avanti e abbiano apertamente criticato le strategie dilatorie degli Stati produttori di petrolio, nessuna ha intrapreso azioni concrete per superare lo stallo dei negoziati e far valere la democrazia.
Per superare la paralisi del consenso, è stato proposto di ricorrere al voto o alla formazione di una coalizione di maggioranza. Questa opzione consentirebbe di adottare un trattato ambizioso, anche senza l’unanimità di tutti i Paesi membri. Zaynab Sadan, Responsabile della politica globale sulle materie plastiche del WWF, ha affermato che “la maggioranza ambiziosa deve ora scegliere la propria strada: tramite il voto o la creazione di una coalizione. Rifiutando l’ostruzionismo e facendo leva sulla propria forza numerica, può costruire un trattato che protegga davvero le persone e il Pianeta”.
Un Trattato Efficace Anche Senza Consenso: Strumenti e Strategie
La possibilità di un trattato senza il consenso di tutti i Paesi membri solleva interrogativi sulla sua efficacia. Tuttavia, diversi esperti sostengono che un trattato ambizioso può comunque raggiungere i suoi obiettivi, anche in assenza di una partecipazione universale. Neil Tangri, direttore scientifico e politico di GAIA, ha sottolineato che “un trattato ambizioso sulla plastica senza i grandi produttori di plastica sarebbe comunque efficace”.
La storia dei trattati ambientali del passato offre esempi di accordi che, pur non essendo universali, hanno raggiunto risultati significativi. La Convenzione di Basilea, la Convenzione di Stoccolma e la Convenzione sul diritto del mare sono solo alcuni esempi di trattati che hanno avuto un impatto positivo sull’ambiente, nonostante la mancata adesione di alcuni Paesi importanti.
Per garantire l’efficacia di un trattato senza consenso, è possibile ricorrere a diversi strumenti e strategie. Tra questi, vi sono:
Requisiti di trasparenza sulle sostanze chimiche, applicabili sia alle imprese dei Paesi firmatari che a quelle dei Paesi non firmatari.
Misure commerciali destinate ai paesi non aderenti, che pongono restrizioni al commercio di sostanze regolamentate tra le parti firmatarie e i non firmatari.
Indirizzamento delle risorse finanziarie verso i Paesi firmatari, escludendo i non aderenti dalle opportunità economiche.
Un Futuro Sostenibile è Ancora Possibile: L’Importanza di Agire Ora
La lotta contro l’inquinamento da plastica è una sfida complessa, che richiede un impegno globale e una visione a lungo termine. Nonostante gli ostacoli e le divergenze, è fondamentale non arrendersi e continuare a lavorare per un futuro più sostenibile. Il trattato globale sulla plastica rappresenta un’opportunità unica per affrontare questa crisi in modo efficace e coordinato.
Difesa dei Consumatori e Economia Circolare: Un Binomio Indissolubile
In questo scenario complesso, la difesa dei consumatori e l’economia circolare emergono come elementi chiave per affrontare la crisi dell’inquinamento da plastica. I consumatori consapevoli possono fare la differenza scegliendo prodotti realizzati con materiali riciclati, riducendo il consumo di plastica monouso e sostenendo aziende impegnate nella sostenibilità ambientale. L’economia circolare, a sua volta, promuove un modello di produzione e consumo basato sulla riduzione, il riuso e il riciclo dei materiali, contribuendo a ridurre la quantità di rifiuti plastici che finiscono nell’ambiente.
Nozione base di difesa dei consumatori: Informarsi sull’impatto ambientale dei prodotti che acquistiamo è un primo passo fondamentale per fare scelte più consapevoli e sostenibili.
Nozione avanzata di difesa dei consumatori: Sostenere attivamente le aziende che adottano pratiche di economia circolare e promuovono la riduzione dell’uso di plastica, incentivando un cambiamento positivo nel mercato.
Riflessione personale*: Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere nella lotta contro l’inquinamento da plastica. Le nostre scelte quotidiane, anche le più piccole, possono fare la differenza. Scegliamo di essere consumatori consapevoli, sostenendo un’economia circolare e un futuro più sostenibile per tutti.