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- Ogni anno, fino a 184.000 tonnellate di pellet inquinano l'ambiente.
- Certificazione obbligatoria per chi movimenta oltre 1.500 tonnellate all'anno.
- Il trasporto marittimo incide per il 38% sul volume totale.
L’Unione Europea si appresta a varare una normativa cruciale per contrastare l’inquinamento da microplastiche, con un focus specifico sulla dispersione dei pellet di plastica, anche noti come nurdles. Questi minuscoli granuli, di dimensioni comprese tra 2 e 5 millimetri, rappresentano la materia prima fondamentale per la produzione di una vasta gamma di oggetti in plastica, dalle bottiglie agli imballaggi, dai giocattoli ai componenti automobilistici. La loro ubiquità, tuttavia, si traduce in un rischio ambientale significativo, poiché durante le fasi di produzione, trasporto e stoccaggio, i pellet possono accidentalmente disperdersi nell’ambiente.
Stime del legislatore europeo indicano che ogni anno fino a 184.000 tonnellate di questi granuli finiscono negli ecosistemi, inquinando suolo, acque e aria. Questo fenomeno ha spinto le istituzioni europee ad agire, culminando in un accordo provvisorio raggiunto nell’aprile 2025 tra il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo, volto a prevenire la dispersione di pellet di plastica.
Le nuove norme imporranno una serie di obblighi a produttori, trasportatori e commercializzatori, sia all’interno che all’esterno dell’UE. Tra questi, la redazione di piani di gestione del rischio, l’adozione di misure preventive durante l’imballaggio, il carico e la formazione del personale, nonché interventi di contenimento e pulizia in caso di sversamenti. Un sistema di certificazioni obbligatorie sarà introdotto per le aziende che manipolano oltre 1.500 tonnellate di pellet all’anno, mentre le micro-imprese potranno optare per un’autodichiarazione.
La ministra polacca per il clima e l’ambiente, Paulina Hennig-Kloska, ha sottolineato l’importanza di questo passo, evidenziando come le microplastiche, inclusi i pellet, siano ormai pervasive, ritrovandosi negli oceani, nei mari e persino nel cibo che consumiamo. Ha paragonato la quantità di pellet dispersi ogni anno all’equivalente di 7.300 camion, sottolineando l’urgenza di affrontare questo problema.
Perché i pellet di plastica rappresentano una minaccia ambientale
La pericolosità dei pellet di plastica risiede nella loro natura persistente e nella loro capacità di frammentarsi in microplastiche. Essendo leggeri e resistenti, si disperdono facilmente in fiumi, mari e spiagge, dove possono essere ingeriti da pesci, uccelli marini e altri animali, entrando così nella catena alimentare. La loro rimozione dall’ambiente è estremamente difficile, rendendo la prevenzione della dispersione la strategia più efficace.
Allo stato attuale, l’Unione Europea non possiede un quadro normativo specifico per gestire le fuoriuscite di pellet plastici, nonostante le ripercussioni negative che questi hanno sull’ambiente, sul clima, sull’economia e sulla salute umana. La Commissione Europea ha classificato i pellet di plastica come la terza maggiore fonte di rilascio involontario di microplastiche, venendo dopo le vernici e gli pneumatici.
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Cosa prevede l’accordo europeo
La normativa, vincolante per l’intera filiera, introduce una serie di misure volte a prevenire la dispersione dei pellet di plastica. Tutti gli operatori, siano essi all’interno o all’esterno dell’Unione Europea, dovranno predisporre un piano di gestione del rischio che copra l’imballaggio, le operazioni di carico e scarico, la formazione del personale e le attrezzature tecniche. I trasportatori non appartenenti all’UE dovranno nominare un rappresentante autorizzato nell’Unione Europea, al fine di assicurare la responsabilità e la trasparenza. La regolamentazione prevede un’applicazione modulata in base alla quantità annuale di pellet movimentati. Per volumi superiori a 1.500 tonnellate all’anno, sarà obbligatoria una certificazione rilasciata da un ente terzo indipendente. Le imprese di piccole dimensioni che superano questa soglia avranno la possibilità di ottenere un’unica certificazione entro 5 anni dall’entrata in vigore della normativa. Per quantità inferiori a tale soglia, così come per le microimprese, sarà sufficiente presentare un’autodichiarazione di conformità. La normativa estende la sua applicazione anche al trasporto marittimo via container, che nel 2022 ha rappresentato circa il 38% del volume totale di pellet movimentati, imponendo obblighi specifici riguardanti l’imballaggio, le informazioni sul carico e le modalità di trasporto, in linea con le direttive dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO).

Criticità e margini di miglioramento
Nonostante i progressi compiuti, la nuova normativa presenta anche alcuni aspetti critici. L’autovalutazione aziendale delle perdite annuali, basata su indicazioni autodichiarate, potrebbe compromettere la responsabilità e la trasparenza. Inoltre, le esclusioni per le PMI, che rappresentano una parte significativa del settore, potrebbero creare una scappatoia normativa, limitando l’efficacia delle misure.
I ritardi nell’implementazione per il trasporto marittimo, nonostante l’inclusione di questo settore nella normativa, sono stati criticati dagli ambientalisti, che considerano ingiustificata la deroga temporale, soprattutto considerando che molte compagnie già seguono le linee guida volontarie dell’IMO.
Il testo provvisorio dovrà ora essere formalmente adottato dal Consiglio e dal Parlamento europeo, dopo una revisione legale e linguistica, e successivamente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. L’entrata in vigore della normativa avverrà due anni dopo la sua pubblicazione. Per il settore marittimo, l’applicazione delle norme pertinenti sarà rinviata di un anno rispetto alle restanti disposizioni del regolamento.
Un Futuro Senza Nurdles: Verso un’Economia Circolare della Plastica
L’imminente entrata in vigore delle normative europee sui pellet di plastica segna un punto di svolta nella lotta contro l’inquinamento da microplastiche. Tuttavia, la sfida non si esaurisce con la semplice adozione di misure preventive e di contenimento. È fondamentale promuovere un approccio più ampio, basato sui principi dell’economia circolare, che miri a ridurre la produzione di plastica vergine, a incentivare il riciclo e il riutilizzo dei materiali plastici, e a sviluppare alternative sostenibili.
Ciao! Spero che questo articolo ti sia stato utile per capire meglio la questione dei pellet di plastica. Ricorda, come consumatore, hai un ruolo importante da giocare. Scegli prodotti con imballaggi ridotti e realizzati con materiali riciclati, e fai attenzione a non disperdere rifiuti plastici nell’ambiente. Un piccolo gesto quotidiano può fare la differenza per proteggere il nostro pianeta.
Nozione base di difesa del consumatore: Informati sempre sull’impatto ambientale dei prodotti che acquisti e privilegia quelli con un ciclo di vita più sostenibile.
Nozione avanzata di difesa del consumatore: Partecipa attivamente alle iniziative di sensibilizzazione e alle campagne di pressione politica per promuovere normative più stringenti a tutela dell’ambiente e della salute dei consumatori.
Rifletti: Cosa puoi fare tu, nel tuo piccolo, per ridurre la tua impronta ecologica e contribuire a un futuro più sostenibile?
- Comunicato stampa ufficiale sull'accordo UE per ridurre l'inquinamento da microplastiche.
- Comunicato ufficiale sull'accordo UE per ridurre l'inquinamento da microplastiche.
- Comunicato stampa del Consiglio UE sull'accordo provvisorio per ridurre l'inquinamento da pellet.
- Misure dell'UE per ridurre i rifiuti di plastica e l'inquinamento.