Italia al bivio: come rinnovare il patto tra le generazioni?

L’Italia è di fronte a un tornante decisivo: rinnovare il patto tra le generazioni. Un segnale d’allarme forte è stato lanciato dai giovani industriali, che vedono il domani del Paese minacciato da scelte politiche che privilegiano il presente a scapito delle nuove leve. La questione è emersa durante le assise annuali dei giovani imprenditori di Confindustria a Rapallo, un evento che ha visto la presenza di personalità di spicco del panorama politico ed economico italiano.

Un’analisi impietosa della situazione attuale

Maria Anghileri, vicepresidente di Confindustria, ha manifestato con vigore la sua inquietudine per lo scenario attuale. Ha messo in evidenza l’estrema difficoltà per i giovani nell’ottenere mutui per l’acquisto di un’abitazione o finanziamenti per avviare un’attività. Questo quadro ha portato, nell’ultimo decennio, alla perdita di 367.000 giovani e 153.000 imprese guidate da under 35. Un dato preoccupante che testimonia una fuga di talenti ed energie imprenditoriali.

Anghileri ha inoltre rimarcato come, su oltre 1.100 *miliardi di euro di fondi pubblici stanziati nel 2023, soltanto una parte marginale, pari al 9%, sia stata indirizzata verso l’istruzione, la ricerca e lo sviluppo. Una percentuale insufficiente a garantire un avvenire prospero al Paese. La scarsità di investimenti in questi settori nevralgici rischia di compromettere la competitività dell’Italia sul lungo termine.

La proposta dei giovani industriali: raddoppiare gli investimenti

Di fronte a questa situazione critica, i giovani industriali propongono un cambiamento di rotta netto. Sollecitano il governo a raddoppiare, entro i prossimi dieci anni, i fondi pubblici destinati alla “Filiera Futuro”, un concetto che abbraccia la natalità, l’educazione e l’innovazione. L’obiettivo è chiaro: invertire il trend demografico e creare un ambiente favorevole alla crescita delle nuove realtà imprenditoriali.

Anghileri ha evidenziato come la scarsa natalità di oggi si tradurrà nelle carenze di personale qualificato e nella mancanza di nuove imprese di domani. Un’affermazione che sottolinea la stretta connessione tra la crisi demografica e quella economica. Investire nella natalità significa investire nel futuro del Paese, assicurando una forza lavoro preparata e un tessuto imprenditoriale vibrante.

Un appello all’Europa e alla competitività

I giovani industriali non si limitano a guardare al contesto nazionale, ma rivolgono anche un appello all’Europa. Chiedono un’Europa più dinamica e reattiva, capace di prendere decisioni rapide e di attuare politiche a sostegno delle imprese. In particolare, sollecitano l’attuazione dei rapporti Draghi e Letta, che propongono una visione strategica per il futuro dell’Unione Europea.

Per accrescere la sua attrattiva, il Paese necessita di intervenire su tre fronti essenziali: il costo dell’energia elettrica, che si colloca tra i più elevati a livello mondiale, la pressione fiscale, che supera il 41%, e il divario tra costo del lavoro e stipendio netto, pari al 47,1%. È indispensabile incrementare la produttività e favorire l’occupazione femminile, creando una rete di servizi che supporti le donne nel lavoro e nella cura della famiglia.

Costruire un nuovo sogno italiano

Anghileri ha concluso il suo intervento con un invito a plasmare un nuovo sogno italiano, ispirato al sogno americano ma adattato alle peculiarità del nostro Paese. Un sogno fondato sulla passione per l’impresa, sull’innovazione e sulla fiducia nel futuro. Un sogno capace di attirare talenti e capitali dall’estero e di infondere speranza nelle nuove generazioni.

Un Futuro Possibile: Investire Oggi per Raccogliere Domani

In sintesi, l’appello dei giovani industriali è un invito a non “galleggiare” ma a investire concretamente nel futuro del Paese. Raddoppiare gli investimenti nella “Filiera Futuro” rappresenta una strategia lungimirante per invertire la tendenza demografica, sostenere le giovani imprese e garantire la competitività dell’Italia nel contesto globale. È un momento cruciale per agire con determinazione e costruire un futuro prospero per le nuove generazioni.

Amici, riflettiamo un attimo. Una nozione base di difesa del consumatore ci insegna che ogni investimento nel futuro delle nuove generazioni è un investimento nel futuro di tutti noi. Se non creiamo le condizioni affinché i giovani possano realizzare i propri sogni e contribuire attivamente alla società, rischiamo di compromettere il nostro stesso benessere.

Una nozione avanzata ci ricorda che l’economia circolare non riguarda solo il riciclo dei materiali, ma anche il riciclo delle idee e delle energie*. Dobbiamo essere capaci di valorizzare il talento dei giovani, offrendo loro opportunità concrete per esprimere il proprio potenziale e contribuire all’innovazione del Paese.

Vi invito a riflettere su questo: cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per sostenere le nuove generazioni e costruire un futuro migliore per tutti? Forse possiamo iniziare semplicemente ascoltando le loro idee, offrendo il nostro supporto e incoraggiandoli a non arrendersi di fronte alle difficoltà. Perché, come diceva Hegel, “nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione”. E la passione dei giovani è la nostra speranza per il futuro.