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- Rinviata al 31 dicembre 2025, l'ottava sospensione per difficoltà di coperture.
- Mancato gettito stimato di circa 60 milioni di euro per il 2025.
- Previsto incremento del 28% del carico fiscale per bevanda edulcorata.
Il 22 giugno 2025 segna un momento di pausa per i consumatori italiani, con l’annuncio del rinvio, previsto per il 20 gennaio, dell’entrata in vigore della Sugar Tax al 31 dicembre 2025. Questa decisione, presa dal governo, offre un temporaneo sollievo da un potenziale aumento del 25% sui prezzi delle bevande zuccherate. La Sugar Tax, introdotta originariamente con la legge di Bilancio 2020, mirava a disincentivare il consumo di zuccheri, allineandosi alle politiche adottate da diverse nazioni come Francia, Spagna, Regno Unito, Ungheria, Messico e Colombia.
La tassa, se implementata, avrebbe imposto un’imposta di consumo di 10 euro per ettolitro sulle bevande finite con edulcoranti e di 0,25 euro per chilogrammo sui prodotti da diluire. Questo rinvio rappresenta l’ottava sospensione della misura, motivata dalla difficoltà nel reperire coperture finanziarie stabili per compensare il gettito stimato. Il rinvio di sei mesi comporta una rinuncia a circa 60 milioni di euro per il 2025, secondo le stime della Ragioneria generale dello Stato.
La decisione ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, le imprese del settore esprimono preoccupazione per i possibili danni all’agroalimentare italiano, in un contesto economico internazionale già complesso. Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, avverte del rischio di perdita di migliaia di posti di lavoro, soprattutto nelle piccole e medie imprese del Sud Italia. *L’applicazione della tassa significherebbe un incremento del 28% del carico fiscale per ogni litro di bevanda edulcorata, con conseguenti aumenti dei costi per i consumatori. Le imprese stimano inoltre un mancato gettito IVA di 275 milioni di euro a causa della possibile contrazione delle vendite, un freno agli investimenti di oltre 46 milioni di euro e un calo degli acquisti di materie prime di oltre 400 milioni di euro.
Dall’altro lato, i sostenitori della Sugar Tax sottolineano i benefici per la salute pubblica e la riduzione dei costi sanitari legati all’obesità e al diabete. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l’adozione di tali misure fiscali per promuovere abitudini alimentari più sane. Tuttavia, le critiche non mancano, con molti che contestano l’efficacia della tassa nel ridurre il consumo di bevande zuccherate e sottolineano l’impatto negativo sulle aziende e sull’occupazione.
Le posizioni contrastanti: tra difesa del Made in Italy e salute pubblica
Le critiche alla Sugar Tax si concentrano sulla sua presunta iniquità e sul suo impatto negativo sull’economia. I dati, secondo i detrattori, non dimostrano un legame diretto tra l’imposta e la riduzione del consumo di bevande zuccherate, mentre evidenziano un impatto negativo sulle aziende e sui posti di lavoro. Esponenti della maggioranza sottolineano la necessità di difendere il potere d’acquisto delle famiglie dall’inflazione e la produttività delle aziende del settore, già alle prese con l’aumento dei costi energetici.
Assobibe evidenzia come la Sugar Tax colpirebbe il 100% della produzione nazionale, tassando la dolcezza anziché lo zucchero, e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, in particolare nelle piccole e medie imprese del Sud Italia. L’associazione stima un incremento del 28% della fiscalità su un litro di bevanda edulcorata, con conseguenti rincari per i consumatori.

Al contrario, i sostenitori della tassa evidenziano i benefici per la salute pubblica e la necessità di disincentivare il consumo di bevande zuccherate, considerate dannose per la salute. L’OMS raccomanda l’adozione di tali misure fiscali per ridurre l’obesità e le malattie correlate.
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Il caso spagnolo: un’analisi degli effetti dell’IVA sulle bevande zuccherate
Un’analisi del caso spagnolo, dove nel 2021 il governo ha aumentato l’IVA sulle bevande zuccherate dal 10 al 21%, offre spunti interessanti. Una ricerca condotta dal Centro de Políticas Económicas EsadeEcPol ha riscontrato che più del 90% dell’aumento dell’IVA è stato trasferito sul costo finale per il consumatore, determinando un aumento del 9,5% del prezzo medio per litro. Per la maggior parte della popolazione rimanente, l’impatto è risultato trascurabile.*
Questo dato suggerisce che l’efficacia della Sugar Tax potrebbe essere limitata e che l’impatto sui consumi varia a seconda del livello di reddito. Inoltre, solleva interrogativi sull’equità della misura, che potrebbe gravare maggiormente sulle fasce più vulnerabili della popolazione.
Quale futuro per la Sugar Tax? Un equilibrio tra salute, economia e coerenza internazionale
Il rinvio della Sugar Tax al 31 dicembre 2025 rappresenta un momento di riflessione per il governo italiano. La decisione finale dovrà tenere conto di diversi fattori, tra cui la salute pubblica, l’impatto sull’economia e la coerenza con le politiche internazionali.
L’abolizione della Sugar Tax potrebbe essere un segnale di coerenza con la posizione italiana contraria a etichette allarmistiche e tasse sugli alimenti che danneggiano il Made in Italy e colpiscono la Dieta mediterranea. Tuttavia, rinunciare alla tassa potrebbe compromettere gli obiettivi di salute pubblica e la riduzione dei costi sanitari legati all’obesità e al diabete.
La sfida per il governo è trovare un equilibrio tra questi obiettivi, adottando misure che promuovano abitudini alimentari più sane senza penalizzare eccessivamente le imprese e i consumatori.
Riflessioni conclusive: un approccio olistico alla salute e al benessere
La vicenda della Sugar Tax ci invita a riflettere su un tema cruciale: come promuovere la salute e il benessere dei cittadini senza penalizzare l’economia e la libertà di scelta. La difesa del consumatore, in questo contesto, implica la necessità di fornire informazioni chiare e trasparenti sui prodotti alimentari, educare a una corretta alimentazione e promuovere stili di vita sani.
Una nozione base di difesa del consumatore applicabile a questo tema è il diritto all’informazione: i consumatori hanno il diritto di conoscere la composizione degli alimenti che acquistano, compresa la quantità di zuccheri aggiunti. Un’informazione chiara e trasparente consente ai consumatori di fare scelte consapevoli e di adottare abitudini alimentari più sane.
Una nozione avanzata di difesa del consumatore è la promozione di un ambiente alimentare sano: questo implica la creazione di un contesto in cui le scelte alimentari sane siano facili, accessibili e convenienti. Ciò può essere realizzato attraverso politiche che incentivino la produzione e la commercializzazione di alimenti sani, limitino la pubblicità di prodotti dannosi per la salute e promuovano l’educazione alimentare nelle scuole e nelle comunità.
La Sugar Tax è solo uno degli strumenti a disposizione per affrontare il problema dell’obesità e delle malattie correlate. Un approccio olistico, che combini misure fiscali, educazione alimentare e promozione di stili di vita sani, è fondamentale per garantire un futuro più sano e sostenibile per tutti. Non dimentichiamo che la salute è un bene prezioso, e la sua tutela è una responsabilità condivisa tra istituzioni, imprese e cittadini.
- Comunicato stampa ufficiale del Consiglio dei Ministri sul rinvio della Sugar Tax.
- Posizione ufficiale di Assobibe sulla sugar tax e il suo impatto.
- Approfondimento sulle linee guida dell'OMS riguardo le tasse su bevande zuccherate.
- Testo del decreto che definisce le esenzioni dall'imposta sulle bevande edulcorate.