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- 11 Paesi Ue spingono per ritardare e indebolire la legge.
- La perdita di foreste tropicali è aumentata dell'80% (2023-2024).
- Sanzioni fino al 4% del fatturato per mancato rispetto norme.
Undici Paesi membri dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, stanno esercitando pressioni significative per ritardare e indebolire la legge volta a limitare la deforestazione, una mossa che solleva serie preoccupazioni riguardo all’impegno ambientale del blocco. Questa azione, rivelata da un’anticipazione di Reuters, mette in discussione l’efficacia del regolamento sulla deforestazione, già posticipato a dicembre 2025, e solleva interrogativi sulla reale volontà politica di contrastare la distruzione delle foreste a livello globale. Questa normativa sulla deforestazione, unica nel suo genere a livello globale, si propone di bloccare una quota significativa della deforestazione legata agli acquisti europei di derrate alimentari provenienti dall’estero, come soia, bovini, olio di palma e articoli simili.
La richiesta di semplificazione e ulteriore rinvio, avanzata da Paesi come Austria, Lussemburgo, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Portogallo, Lettonia, Romania e Slovenia, evidenzia una spaccatura interna all’UE tra chi sostiene la necessità di misure ambientali stringenti e chi teme gli impatti economici e burocratici sulle imprese. Il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, ha apertamente dichiarato che “alcuni regolamenti funzionano nei palazzi ma non nella realtà”, segnalando una posizione critica del governo italiano nei confronti della legge.

Le Preoccupazioni del WWF e delle ONG Ambientali
Le organizzazioni non governative (ONG) ambientali, come il WWF, hanno espresso forte preoccupazione per questi tentativi di indebolire la legge sulla deforestazione. Il WWF ha definito la proposta di semplificazione un “chiaro sabotaggio” e ha criticato aspramente il governo italiano per essere “in prima linea in questa campagna contro le foreste e la loro conservazione”. Secondo il WWF, l’affermazione che l’EUDR (Regolamento Ue sulla Deforestazione) sia eccessivamente oneroso per i piccoli agricoltori e i proprietari forestali è una mera speculazione, dato che il regolamento si applicherà a loro solo a partire da giugno 2026.
L’organizzazione non governativa evidenzia come l’idea di creare una categoria “priva di rischi” vanifichi lo scopo principale del regolamento, che è quello di assicurare che i beni importati e consumati dall’Unione Europea non concorrano alla distruzione degli ecosistemi forestali a livello globale, inclusi quelli all’interno dell’UE stessa. In un contesto globale in cui la perdita di foreste tropicali è aumentata dell’80% tra il 2023 e il 2024 e gli incendi boschivi stanno diventando sempre più frequenti, il WWF ritiene che non sia il momento di fare marcia indietro.
- Finalmente un passo avanti per proteggere le nostre foreste... 🌳...
- Un'altra legge che complica la vita delle imprese italiane... 😠...
- Ma se guardassimo la deforestazione come un problema di sovrappopolazione... 🤔...
Implicazioni Economiche e Commerciali
Per i beni come soia, bovini, olio di palma, cacao, caffè e altri articoli ritenuti a rischio deforestazione, la normativa vigente in materia di deforestazione impone alle imprese che li esportano verso l’Europa o li commercializzano al suo interno di presentare attestazioni di dovuta diligenza comprovanti la loro origine sostenibile. Qualora le imprese non rispettino tali obblighi, sono soggette a sanzioni che possono arrivare fino al 4% del loro fatturato. Questo aspetto preoccupa gli 11 Paesi membri dell’UE, che temono che tali requisiti si applichino anche alle esportazioni europee, creando barriere burocratiche e danneggiando la competitività delle imprese.
La richiesta di introdurre una nuova classe di Paesi ritenuti a basso rischio di deforestazione, esentati dai controlli doganali e dal controllo dell’origine delle merci, solleva interrogativi sulla reale efficacia della legge nel contrastare la deforestazione a livello globale. Alcuni Paesi, come Brasile e Indonesia, sono stati risparmiati dalle regole più severe, mentre altri, come gli Stati Uniti, sono considerati a basso rischio, con obblighi semplificati per le aziende.
Un Bivio per la Politica Ambientale Europea
La situazione attuale rappresenta un bivio cruciale per la politica ambientale europea. Da un lato, c’è la necessità di rispettare gli impegni presi con il Green Deal e di contrastare la deforestazione, un problema che ha gravi conseguenze sul clima, la biodiversità e le comunità locali. Dall’altro, ci sono le pressioni economiche e politiche degli Stati membri, che temono gli impatti negativi della legge sulle imprese e sulle relazioni commerciali internazionali. La Commissione Europea si trova quindi a dover bilanciare rigore e realismo, ambiente e impresa, sostenibilità e inclusività, per garantire che la legge sulla deforestazione sia efficace e sostenibile nel lungo termine.
Difesa dei Consumatori e Consapevolezza Ambientale: Un Binomio Indissolubile
La vicenda della legge sulla deforestazione ci ricorda quanto sia importante il ruolo del consumatore consapevole nel promuovere pratiche sostenibili. Ogni acquisto è una scelta, e scegliere prodotti certificati come “a deforestazione zero” significa sostenere le aziende che si impegnano a proteggere le foreste e a rispettare l’ambiente.
Una nozione base di difesa del consumatore in questo contesto è la trasparenza dell’etichettatura: i consumatori hanno il diritto di sapere da dove provengono i prodotti che acquistano e come sono stati realizzati. Una nozione avanzata, invece, riguarda la responsabilità estesa del produttore: le aziende devono essere responsabili dell’intero ciclo di vita dei loro prodotti, dalla produzione allo smaltimento, e devono farsi carico dei costi ambientali e sociali associati.
Riflettiamo: siamo davvero disposti a rinunciare alla tutela delle foreste per un vantaggio economico a breve termine? Possiamo fare la differenza, scegliendo prodotti sostenibili e sostenendo le aziende che si impegnano a proteggere il nostro Pianeta.