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- Lo zinco è il quarto metallo più utilizzato al mondo, essenziale per l'industria edilizia e delle infrastrutture.
- Nel 2020, l'estrazione globale di zinco ha raggiunto circa 12 milioni di tonnellate, con un terzo proveniente dalla Cina.
- Solo il 15% dello zinco viene riciclato, nonostante il 60% della produzione sia ancora in uso.
Nel vasto panorama della transizione ecologica italiana, lo zinco rappresenta un elemento cruciale, un componente nascosto ma essenziale per accompagnare il nostro viaggio verso un futuro a basse emissioni di carbonio. Questo metallo versatile, il quarto più utilizzato al mondo dopo ferro, alluminio e rame, svolge un ruolo chiave non solo nell’industria edilizia e delle infrastrutture, dove è impiegato principalmente come rivestimento protettivo per l’acciaio contro la corrosione, ma anche nel settore emergente delle energie rinnovabili.
Nel contesto dell’energia eolica, particolarmente per il segmento offshore, lo zinco rappresenta un alleato insostituibile, fornendo la protezione necessaria alle strutture esposte alle dure condizioni dei mari. Le turbine eoliche offshore, poste in veri e propri campi di battaglia climatici, necessitano di rivestimenti in lega di zinco per sopravvivere alla corrosione dell’acqua salina e ai capricci meteorologici. Allo stesso modo, il settore fotovoltaico avvantaggia dello zinco per la costruzione di strutture di supporto essenziali all?efficienza degli impianti solari.
Nel contesto dell’accumulo energetico, sebbene la tecnologia delle batterie agli ioni di litio domini attualmente il mercato, le proprietà elettrochimiche dello zinco vengono esplorate in soluzioni innovative. Le prospettive di tale tecnologia potrebbero apportare significative riduzioni delle emissioni complessive legate all’industria delle batterie.
Tuttavia, questo apprezzato metallo arriva con un complesso bagaglio di sfide, in particolare connesse all’estrazione e alla sostenibilità della produzione. Qui, lo zinco diventa la metafora di una condizione globale, dove il valore aggiunto di un materiale è inestricabilmente legato al suo impatto ambientale, sollevando dilemmi su economia, ambiente e sostenibilità.
approvvigionamento e sfide sostenibili
La crescente importanza dello zinco comporta una domanda in aumento costante, trainata dalla transizione verso un’economia più verde e dalla continua espansione delle economie emergenti. Tuttavia, questo incremento non deve far dimenticare le sfide insite nell’approvvigionamento sostenibile del metallo.
L’estrazione dello zinco, come molti altri metalli, è tutt’altro che carbon neutral. Le operazioni minerarie intensificano le emissioni di gas serra e le pressioni sul nostro ambiente già compromesso. Uno studio rileva che nel 2020 l?estrazione globale di zinco ha raggiunto circa 12 milioni di tonnellate, con un terzo di questa produzione proveniente dalla Cina, lasciando al Perù e all’Australia il ruolo di inseguitrici, con il 10% della produzione ciascuna.
La qualità del minerale disponibile influenza fortemente i costi energetici del processo produttivo, rendendo il raffinamento minerai di basso tenore, ovvero con scarsa concentrazione di zinco, economicamente onerosi e intensivi dal punto di vista energetico. Tale realtà è esacerbata da un tasso di riciclo ancora modesto nella produzione secondaria: appena il 15%, fatto dovuto agli usi dissipativi che rendono difficile il recupero, e al dato che stima un 60% dello zinco prodotto ancora in uso.
La strategia verso una maggiore sostenibilità risiede nel potenziamento dell’economia circolare e il miglioramento dei processi di riciclo. La Portovesme S.r.l., ad esempio, ha intrapreso un percorso di miglioramento continuo nel campo della sostenibilità, cercando un equilibrio tra innovazione, esigenze produttive e rispetto delle comunità locali. Qui risiede il vero nodo gordiano: riuscire ad equilibrare la necessità di zinco con l’urgenza di limitarne l’impatto ambientale.
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il ruolo dell’economia circolare
L’economia circolare offre una luce di speranza nel labirinto del consumo e dell?estrazione di risorse naturali. A differenza dei modelli economici tradizionali che seguono il principio del ‘prendi, produci, smaltisci’, l’economia circolare cerca di creare un ciclo continuo di utilizzo e riutilizzo delle risorse, minimizzando gli sprechi e prolungando il ciclo di vita dei materiali.
Nel caso dello zinco, le leghe prodotte tramite la pressofusione offrono numerosi vantaggi ambientali. Questo metallo può essere riciclato senza perdere le sue proprietà meccaniche, rendendolo ideale per sistemi produttivi sostenibili. Tali capacità consentono di sfruttare lo zinco in un contesto economico che aspira a zero emissioni, riducendo la necessità di ricorrere a nuove estrazioni per soddisfare la domanda.
Il processo di pressofusione delle leghe di zinco richiede meno energia rispetto a molti altri processi metallurgici, contribuendo quindi a una minore impronta ecologica. Mentre le leghe di zinco vengono preferite per la loro abilità di mantenere intatte le caratteristiche chimiche e fisiche attraverso diversi cicli di utilizzo, questo fatto le distingue come un esempio calzante di pratica circolare in azione.
Simultaneamente, il Life Cycle Assessment (LCA) consente alle aziende di misurare e gestire meglio gli impatti ambientali nei loro processi produttivi, dall’inizio alla fine. La crescente domanda da parte delle imprese per prodotti con una carbon footprint ridotta stimola l’innovazione e l’efficienza nell’uso dello zinco, promuovendo una cultura di produzione responsabile sia a livello materiale che industriale.
verso un riequilibrio sostenibile
La straordinaria parabola dello zinco, con le sue promesse e paradossi, ci invita a riflettere piuttosto profondamente sulle nostre scelte di consumo e sui loro impatti ambientali. È paradossale, ma proprio l’industria mineraria che sostiene la transizione energetica è la stessa che, se gestita in modo non conforme, rischia di intensificare i problemi climatici che punta a risolvere.
Per i consumatori consapevoli, il tema del riciclo diventa ancora più rilevante, poiché offre l’opportunità di ripensare il modo in cui i prodotti vengono utilizzati, riutilizzati e scartati. Rafforzare una cultura del consumo responsabile richiede che le persone comprendano meglio il ciclo di vita dei prodotti e le implicazioni delle loro scelte d’acquisto e scarto. Questo non è solo un aspetto ecologico, ma anche economico e sociale, che aspira a un equilibrio più stabile tra produzione e ambiente.
A tal proposito, la nozione di una vera economia circolare rappresenta una sfida e un’opportunità: sfida nel ridefinire processi consolidati e incentivi economici, e opportunità di innovare e prosperare in modi che rispettano i limiti ecologici del nostro pianeta.
In un’era dove l’interconnessione è la norma, la responsabilità dei consumatori è centrale. Consapevolezza e azione devono andare di pari passo per promuovere nuove abitudini e scelte informate che sostengano non solo la sopravvivenza, ma anche la prosperità dell’ambiente naturale e delle comunità che in esso vivono. Un impegno verso l’innovazione verde e la sostenibilità è non solo cruciale ma ineludibile per ogni attore, grande o piccolo, che mira a un futuro più equilibrato e giusto.